18 agosto 2018 - 10:48

Il diario «made in Brianza» conquista le scuole, citando Proust e Hesse

È un caso editoriale il diario scolastico «Tienimi d’occhio» pubblicato da una piccola casa editrice di Varedo. Diffuso in 210 scuole di tutta Italia, stampato in 150 mila copie, è un compendio di citazioni

di Marco Mologni

Gianni Cameroni è l’editore che ha ideato il diario scolastico «Tienimi d’occhio»
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L’ultima prenotazione è arrivata da una scuola di Lamporecchio, in provincia di Pistoia; solo qualche giorno prima ne erano arrivate due da Genova Voltri e da Mola di Bari. E poi un’altra ancora da Carini, in Sicilia. Sono state 210 le scuole che hanno richiesto «Tienimi d’occhio». Tra pochi giorni, 150mila copie del diario made in Brianza partiranno da Varedo per finire sui banchi scolastici in undici regioni italiane. Un vero successo per un diario che nasce in una piccola redazione in via Bainsizza, nel cuore del centro storico di Varedo. Gianni Cameroni, il giornalista che lo ha inventato, insieme a Silvana Antonioli, Caterina e Cristiano Cameroni e Anna Cristofaro, sta trascorrendo un’estate di lavoro: «Ci siamo concessi solo qualche giorno di pausa intorno a Ferragosto, per poi tornare subito al lavoro».

Un tour de force che si concluderà all’inizio dell’anno scolastico, quando sarà già tempo di pensare e progettare l’edizione del 2019. «Realizzare un diario come questo non è uno scherzo — assicura Cameroni —. Ci teniamo a costruire un prodotto su misura. Ogni scuola può personalizzarlo». Le prime trentacinque pagine sono dedicate all’istituto frequentato dallo studente. Foto, testi, dati utili: c’è proprio tutto. «Raccontare 210 scuole in 35 pagine vuol dire impaginare in pochi mesi più di settemila pagine». Ma anche altre sezioni del diario sono create ad hoc per gli studenti. Ogni diario, un pezzo unico: un piccolo miracolo di artigianato letterario.

«Tienimi d’occhio» è nato nel 2002 da una scommessa: «Un giorno ricevetti una telefonata da Michela Vaccaro, storica preside di una scuola superiore di Cesano Maderno. Insegnante ma anche educatrice, mi chiese se me la sentivo di realizzare un prodotto capace non solo di divertire, ma anche di educare». Ancora oggi, il diario brianzolo conserva un forte carattere formativo. Anche a costo di andare controcorrente. «La vera scommessa — dice Cameroni — è realizzare un qualcosa che rispetti l’intelligenza degli studenti. Il diario è un oggetto utilizzato ogni giorno per tutto l’anno scolastico. Se contiene messaggi che educano al cattivo gusto, le conseguenze ci sono. Noi non abbiamo paura di offrire degli ideali e messaggi dai valori profondi». Ogni anno, un tema diverso: l’ambiente nel 2017, il viaggio nel 2018, con tante citazioni di altrettanti grandi scrittori e pensatori. Ogni giorno, un motivo per meditare. «Oggi si pensa che i ragazzi siano incapaci di concentrarsi e impegnarsi. Proprio per smentire questa tesi le nostre pagine sono arricchite da citazioni tratte da classici come A’ la recherche du temps perdu di Marcel Proust, oppure un pensiero dell’ex presidente Carlo Azeglio Ciampi, che consiglia ai ragazzi «provate, qualche volta, ad alzarvi all’alba, a vivere il miracolo quotidiano del risveglio della Natura. Vi sentirete più forti, e potrete donare il meglio di voi stessi». O ancora una riflessione da Il canto degli alberi di Hermann Hesse: «Quando un albero viene segato, sulla chiara sezione del suo tronco si può leggere tutta la sua storia: malattie, felicità e prosperità sono scritte fedelmente, gli anni floridi e quelli magri, gli assalti sostenuti e le tempeste superate. E ogni contadino sa che il legno più duro e più pregiato ha gli anelli più stretti, e che i tronchi più indistruttibili e perfetti crescono in cima alle montagne, nel perpetuo pericolo».

«Tienimi d’occhio» non fa pubblicità: «Il diario si conosce solo tramite il passaparola tra insegnanti e studenti». Sono gli istituti a chiamare e a prenotarlo dopo averlo visto sui banchi di una scuola vicina. «L’esperienza di “Tienimidocchio” — conclude Cameroni — dimostra che è non è vero che la moneta cattiva scaccia sempre quella buona. Anzi, nel nostro caso è stato vero il contrario».

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