25 agosto 2018 - 16:10

Migranti, Salvini-Orban in Prefettura. «Europa senza muri» in San Babila

di Pierpaolo Lio

«Insieme senza muri». La marcia per i migranti dello scorso 20 maggio a Milano «Insieme senza muri». La marcia per i migranti dello scorso 20 maggio a Milano
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Prove tecniche di opposizione all’internazionale sovranista. Il vertice milanese, martedì, tra Matteo Salvini e Viktor Orbán scuote il centrosinistra, che lancia l’appello a scendere in piazza contro le politiche anti immigrazione dei due leader nazionalisti. Sarà confronto a distanza ravvicinata. In corso Monforte, mentre il ministro dell’Interno si vedrà in prefettura con il primo ministro ungherese — tema centrale del faccia a faccia sarà la questione migranti, nei giorni dell’acceso scontro politico sul destino della nave Diciotti — a neanche cinquecento metri, in piazza San Babila, si riunirà la Milano contraria all’idea di una «fortezza europea».

La protesta rimbalza sui social network. «Ricordiamo a entrambi il valore della solidarietà e dell’accoglienza», è il proposito del presidio «Europa contro i muri». L’idea parte dalla deputata pd Lia Quartapelle, dall’assessore Pierfrancesco Majorino, dal leader di Possibile Pippo Civati. Viene subito raccolta e rilanciata dai Sentinelli e da quella rete di «Insieme senza muri» già organizzatrice della marcia milanese pro accoglienza dell’anno scorso e della tavolata planetaria di giugno. In poche ore fioccano le adesioni all’appuntamento: annunciano la loro partecipazione un po’ tutte le sigle del centrosinistra, la Cgil, l’Anpi, associazioni e singoli cittadini. «Andiamo lì fuori, pacatamente, con una bandiera italiana e una europea — spiega il senso dell’iniziativa Lia Quartapelle — a chiedere al nostro ministro se all’incontro farà il suo dovere: se difenderà l’interesse dell’Italia e convincerà il suo amico Orbán a prendersi almeno uno dei migranti arrivati in Italia, a partire da quelli sequestrati sulla Diciotti, o se i due leader hanno deciso di continuare a fare solo gli interessi dei loro partiti in perenne campagna elettorale». È della stessa idea l’assessore Majorino: «Martedì ci saremo anche noi per contrapporre alla violenza delle loro politiche il valore dell’accoglienza e della responsabilità nella gestione dell’immigrazione. L’Europa di Orbán non è la nostra».

Per il centrodestra le annunciate contestazioni non sono altro che una conferma: «Non perdono occasione per dimostrare che la loro priorità è l’invasione clandestina», decreta ad esempio il leghista Alessandro Morelli, «mentre Milano è abbandonata». È d’accordo l’ex azzurra Silvia Sardone. «Sarà l’ennesimo presidio della sinistra — dice — a difesa del modello dell’inclusione e dell’accoglienza a tutti i costi contro i “cattivi” Orbán e Salvini». L’occasione è anche buona per le prime avvisaglie di una possibile lunghissima campagna elettorale per Palazzo Marino. La consigliera regionale pone infatti l’accento sulla città scelta per il vertice, «simbolo del fallimento delle politiche sull’accoglienza targate Pd». In casa dem invece la scelta è vista come una provocazione. «È gravissimo che l’incontro sia proprio a Milano — afferma il segretario cittadino Pietro Bussolati — città che negli anni ha saputo coniugare sviluppo e inclusione, svendendo la nostra città e i milanesi, che non si piegheranno certo a un’immagine del tutto contraria a quella che da sempre esprimono».

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