6 maggio 2018 - 08:35

Roberto Maroni: «Governo Gentiloni bis per la legge elettorale. E il centrodestra punti sul partito unitario»

L’ex governatore della Lombardia: «Bravo Salvini a non rompere con Forza Italia»

di Andrea Senesi

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Roberto Maroni (Omnimilano)
Roberto Maroni (Omnimilano)

«La formula più semplice sarebbe riaffidare un mandato di pochi mesi a Gentiloni. Con un unico obiettivo: una nuova legge elettorale, col doppio turno e col premio di maggioranza al partito e non alla coalizione, e poi a ottobre — se vuole un pronostico: domenica 7 ottobre — tornare al voto. Sarebbe davvero la nascita della Terza Repubblica». Ex ministro, ex segretario leghista, ex presidente della Lombardia, Roberto Maroni da pensionato di lusso della politica è un osservatore d’eccezione dell’impasse delle trattative. «Ora sono tornato a fare il professionista e avrei, per esempio, tutto l’interesse che si facesse davvero la flat tax».

Come si sta muovendo Matteo Salvini?
«Lui ci ha provato. La scelta giusta, che ho condiviso, è stata quella di non rompere l’alleanza con Forza Italia. Questo ha reso impossibile la formazione di un governo, perché Di Maio vuole fare il premier a tutti i costi. Matteo ci ha provato, non ci è riuscito e mi pare che oggi ci sia una sola ipotesi percorribile: rifare la legge elettorale e tornare al voto in autunno».
Nel frattempo ci vuole un governo. E su quale maggioranza si reggerebbe?
«Si può fare un governo di minoranza oppure ridare un nuovo mandato a Gentiloni, che forse sarebbe la strada più semplice. Potrebbe nascere col voto di Pd, Forza Italia e qualcun altro e con l’astensione di Lega e Cinque Stelle che si terrebbero così le mani libere. Un qualcosa di simile a un governo della non sfiducia, ecco».
La strada dell’alleanza col M5S non è più percorribile?
«No, perché Di Maio ha dimostrato di essere più uno scugnizzo che un leader».
Non potrebbe essere proprio Maroni l’uomo giusto per il governo che ha appena descritto?
«Assolutamente no».
E Giorgetti?
«Non glielo auguro. Lui avrebbe le qualità per essere un premier vero, non a termine».
E quindi un Gentiloni bis?
«E quindi Salvini dovrebbe fare la mossa del cavallo. Permettere la nascita di un esecutivo per approvare una nuova legge elettorale e lavorare per il partito unitario del centrodestra di cui lui sarebbe naturalmente il leader. Sarebbe l’atto di nascita della Terza Repubblica».
Ha già in mente un nome per il futuro partito del centrodestra?
«Lega Italia: sarebbe perfetto e piacerebbe a tutti e tre gli azionisti: Lega, Forza Italia e la Meloni».
Di Maio dice che la Lega non può rompere l’alleanza con Forza Italia per ragioni economiche.
«È un’insinuazione senza il minimo fondamento».
Perché il doppio turno?
«Perché è la legge con cui si eleggono i sindaci e gli italiani l’apprezzano perché sanno che garantisce governabilità. Credo che anche i Cinque Stelle potrebbero accettare un percorso simile».
E chi andrebbe al ballottaggio?
«Al primo giro credo proprio centrodestra e Cinque Stelle».
Il Pd è destinato all’irrilevanza?
«Il Pd ha un problema di leadership, ma la sinistra non può scomparire dall’orizzonte politico di questo Paese. Torneranno, dopo un periodo però in cui sono destinati alla marginalità.
E Maroni? Tornerà in politica?
«Nessuna nostalgia. Sono tornato a fare il professionista, mi sono iscritto all’ordine degli avvocati e faccio consulenze per imprese e privati».
Quindi la sua è una consulenza a Salvini?
«Matteo non ne ha bisogno. La mia è un’opinione spassionata di un cittadino che ha interesse ad avere tra pochi mesi un governo in grado di governare».

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