Si sono svolti giovedì alle 16, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli in zona a Moscova a Milano, i funerali dell’imprenditore Salvatore Ligresti. L’immobiliarista è morto a Milano martedì all’età di 86 anni. La bara di legno chiaro, ricoperta di fiori bianchi, è stata accolta in chiesa sulle note del «Gladiatore» (il brano «Now we are free» di Hans Zimmer) suonate dal vivo da un trombettista, e poi dall’Ave Maria di Schubert cantata da un soprano e accompagnata dall’arpa. Nel piazzale antistante amici e conoscenti si sono stretti intorno ai tre figli, Jonella, Giulia e Paolo, al fratello Antonino e ai nipoti.
Presenti alcuni personaggi noti della politica e dell’imprenditoria: da Paolo Berlusconi a Diego Della Valle, da Ignazio La Russa a Daniela Santanché, fino a Bruno Tabacci. Presenti anche il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, gli imprenditori Beniamino Gavio, Giovanni Bozzetti, Gian Paolo Pillitteri, Giuseppe Garofano e Claudio Artusi.
Al temine della cerimonia i nipoti hanno letto dei messaggi per il nonno: «Abbi buona fortuna in cielo. Quando eri giovane hai costruito tanto palazzi, hai quasi costruito mezza Milano, quando li vedrò penserò sempre a te» ha scritto la più piccola, Giulia. Lo ha invece chiamato con il nome con cui era conosciuto in Sicilia «Turi», Ignazio La Russa, ricordano l’antica amicizia tra le due famiglie e l’orgoglio degli abitanti di Paternò, paese di origine «dell’ingegnere»: «I quartieri City Life, Porta Nuova, li aveva pensati lui. Ha disegnato negli anni 60 la mia casa in modo avveniristico per mio padre a Milano. Negli ultimi anni ha accusato il colpo delle cose non belle della sua vita».