27 novembre 2018 - 16:24

Fondi Lega, Matteo Salvini querela l’ex tesoriere Francesco Belsito

L’ex tesoriere del Carroccio è imputato per appropriazione indebita con Umberto Bossi e il figlio Renzo per aver usato i fondi del partito per fini privati. Con le nuove norme, la denuncia è indispensabile per celebrare il dibattimento

di Redazione Milano online

Fondi Lega, Matteo Salvini querela l’ex tesoriere Francesco Belsito
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Matteo Salvini, come leader della Lega, martedì tramite i suoi legali ha depositato nella cancelleria della Corte d’Appello di Milano una querela nei confronti dell’ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito, imputato per appropriazione indebita con Umberto Bossi e il figlio Renzo per aver usato i fondi del partito per fini privati. La denuncia è indispensabile per celebrare il dibattimento in quanto, per effetto della modifica al codice penale entrata in vigore con il governo Gentiloni, la magistratura non può più procedere d’ufficio per il reato di appropriazione indebita. La Lega aveva tempo fino alla fine di novembre per depositare l’eventuale querela. In caso contrario il processo si sarebbe chiuso con la dichiarazione di improcedibilità e quindi sarebbero state cancellate le condanne inflitte ai tre dal Tribunale nel luglio dell’anno scorso: 2 anni e 3 mesi di reclusione a Umberto Bossi, 1 anno e 6 mesi a Renzo Bossi e 2 anni e 6 mesi a Belsito.

Il dubbio sull’estensibilità ai due Bossi

Matteo Salvini ha dato mandato ai suoi legali di querelare soltanto l’ex tesoriere e non il Senatur e il figlio, per i quali in teoria il dibattimento non dovrebbe andare avanti. Spetterà alla quarta Corte d’Appello, davanti alla quale lo scorso 10 ottobre si era aperto il processo poi rinviato al prossimo 14 gennaio, valutare i termini della querela e se è estensibile o meno ai Bossi. Stando al capo di imputazione milanese l’ex tesoriere, tra il 2009 e il 2011, si sarebbe appropriato di circa 2.4 milioni, mentre il fondatore del Carroccio di 208 mila euro e Renzo di oltre 145 mila euro.

Il processo a Genova

Dall’indagine avviata nel capoluogo lombardo ha preso forma il processo genovese sulla presunta maxi truffa legata ai rimborsi elettorali: nell’ambito di questo procedimento, lunedì la Corte d’Appello di Genova ha condannato Umberto Bossi ad 1 anno e 10 mesi, mentre per Francesco Belsito condanna a 3 anni e 9 mesi per la maxi truffa ai danni dello Stato da 49 milioni. Per i tre revisori contabili: Stefano Aldovisi 4 mesi, Antinio Turci 8 mesi, Diego Sanavio 8 mesi. Confermata la confisca dei 49 milioni di euro, per i quali la Lega si è impegnata a versare almeno 600 mila euro l’anno su un conto messo a disposizione dei magistrati coordinati dal procuratore Francesco Cozzi e dall’aggiunto Francesco Pinto. E da lì saranno prelevate le somme fino a raggiungere il totale: tenendo conto che 3 milioni sono già stati sequestrati, occorreranno 76 anni per saldare il conto. Anche in questo caso, con riferimento all’appropriazione indebita contestata solo a Belsito, la Lega aveva presentato querela, non necessaria invece per procedere per l’altro reato cardine, cioè la truffa ai danni dello Stato.

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