14 settembre 2018 - 19:08

Seveso, arriva la vasca di laminazione: «Sì del governo. Lavori entro l’estate»

Sarà realizzata nel territorio del Parco Nord tra Milano e Bresso. La presidenza del Consiglio dei ministri ha dato ragione alla Regione Lombardia e rigettato l’opposizione del Comune di Bresso. L’assessore Foroni: «Ora bisogna recuperare il tempo perso»

di Pierpaolo Lio

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C’è voluto più d’un anno, ma finalmente la vasca di laminazione al Parco Nord può uscire dal lungo letargo forzato. La presidenza del Consiglio dei ministri s’è finalmente pronunciata: il ricorso del Comune di Bresso — estremo tentativo di bloccare i lavori dell’ultimo argine a difesa di Milano contro la furia del Seveso — è «inammissibile». Cade l’ostacolo che ha impedito finora alla Regione e a Palazzo Marino di partire con i cantieri.

Era tutto fermo dal 24 luglio 2017. Quando l’amministrazione di Bresso aveva deciso di rivolgersi a Palazzo Chigi per impedire l’investimento di 30 milioni di euro necessari a realizzare un lago artificiale da 38mila metri quadrati immerso nella grande area verde tra il capoluogo e la cittadina dell’hinterland per lasciare sfogare le piene del fiume. Uno dei tasselli dell’ampio piano di quattro vasche (con Senago, Paderno Dugnano-Varedo e Lentate) pensato per cancellare l’incubo delle esondazioni che accompagna da decenni i residenti del quartiere Niguarda.

I richiami a spezzare la lunga attesa sono stati molteplici. Ai primi di settembre Pietro Foroni, assessore regionale al Territorio, torna per la quinta volta a scrivere al premier: perché con quest’opera «si sarebbero potute evitare completamente le esondazioni del torrente del maggio 2017, del 5 luglio 2018, del 25 agosto e 31 agosto 2018. È sostanzialmente pronto il progetto esecutivo dell’opera e si potrebbe avviare la gara di appalto nel brevissimo termine se si sbloccasse il procedimento amministrativo». La svolta attesa arriva ieri. «Gli enti direttamente preposti dalla vigente normativa alla tutela degli interessi invocati nell’atto sindacale di opposizione — si prende atto nella risposta — si sono espressi favorevolmente. Si tratta nello specifico della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio della Città metropolitana di Milano (parere favorevole con prescrizioni), dell’Agenzia di tutela della salute-Ats (parere favorevole) e della Regione Lombardia, del Parco Nord Milano e dell’Agenzia interregionale del fiume Po (pareri favorevoli)». In questo quadro Bresso «ha potuto presentare proprie osservazioni in sede di conferenza di servizi in virtù della sua generale competenza che tuttavia (...) non appare tale da legittimarlo all’opposizione». Quindi il ricorso «è da ritenersi inammissibile».

L’iter è pronto a ripartire. «È realistico prevedere che i lavori prenderanno il via entro l’estate», si sbilancia Foroni. «Si procederà con la massima solerzia per recuperare il tempo perso». È soddisfatto anche Marco Granelli: «Sarà più facile proteggere i territori dall’acqua e dal fango del Seveso». L’assessore milanese conferma la tabella di marcia: «Quando la Regione tra una settimana avrà approvato il progetto definitivo procederemo immediatamente con l’esecutivo e l’acquisizione delle aree di realizzazione della vasca. Questo potrà avvenire nei primi mesi del 2019. Seguirà la procedura di gara per l’assegnazione dei lavori. Contiamo di aprire il cantiere tra fine 2019 e inizio 2020». Serviranno poi 20 mesi per concludere la vasca, e altro tempo per i collaudi. «L’opera dovrebbe entrare in funzione a inizio 2022», conclude Granelli. Il sindaco di Bresso, Simone Cairo non s’arrende: «Valuteremo se ci sono i margini per opporsi in altra maniera alla realizzazione della vasca».

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