4 gennaio 2019 - 10:37

Milano, l’appello dell’arcivescovo Delpini ai parroci: «Segnalate usura e criminalità»

La lettera inviata in oltre mille e cento parrocchie invita a informare la Caritas sui casi a rischio. In particolare si cita il disagio delle famiglie, il sovraindebitamento e il gioco d’azzardo. La Dda: gesto importante

di Giovanna Maria Fagnani

Milano, l’appello dell’arcivescovo Delpini ai parroci: «Segnalate usura e criminalità»
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Un appello ai sacerdoti delle oltre mille e cento parrocchie della diocesi di Milano perché informino «senza indugio» la Caritas o la Fondazione San Bernardino onlus, quando s’imbattono nei segnali del tentativo della criminalità organizzata di avvicinare persone o imprese in difficoltà con proposte allettanti. Ad esempio «denaro facile, acquisto dei debiti o delle licenze delle aziende». Perché «una infiltrazione profonda delle mafie causa danni sociali» e «come Chiesa di Milano vorremmo fare qualcosa di più per prevenire questa situazione».

È l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, a chiedere ai «suoi» sacerdoti di farsi sentinelle contro l’usura. La lettera, inviata martedì, cita il disagio delle famiglie, il sovraindebitamento e il gioco d’azzardo che inducono a «linee di credito non convenzionali» e quindi all’usura, «fenomeno carsico che emerge solo nei casi più drammatici (suicidi)». A rischio sono poi le piccole e medie aziende in difficoltà. «Si ha sentore che le organizzazioni criminali stiano contattando tali imprese, per acquisirle saldando i debiti dell’imprenditore e facendolo continuare a lavorare come loro sottoposto». Un fenomeno, quello del riciclaggio, denunciato a novembre anche dal vicepresidente di Confcommercio Milano, Mario Peserico: «La modalità d’infiltrazione nel nostro territorio della ‘ndrangheta — aveva detto —, che ha a disposizione ingenti liquidità grazie ai proventi della vendita di droga, è sempre più quella di risolvere i problemi di debito di un’azienda in difficoltà per impadronirsene». Situazioni molto complicate. Da qui l’invito ai sacerdoti a indirizzare chi è in difficoltà alla Caritas e alla Fondazione San Bernardino, fondata nel 2004 dall’allora arcivescovo Dionigi Tettamanzi, per prevenire l’usura. E poi l’appello a collaborare con le Forze dell’ordine, nei casi in cui siano coinvolte.

La lettera dell’arcivescovo «è un’iniziativa importantissima, perché noi continuiamo a fare appelli alle vittime di reati simili e siamo grati che questo invito venga anche dalla Chiesa. Sentiamo vicina a noi la curia milanese», commenta Alessandra Dolci, coordinatrice della Direzione distrettuale antimafia di Milano. Alla Fondazione San Bernardino — finanziata con la legge antiusura e da un contributo annuale della Cei di 150 mila euro — si sono rivolte in questi anni 3.700 persone, 500 hanno avuto un prestito per il risanamento di tutti i debiti. «Il 10% delle persone che incontriamo spiega — il presidente Luciano Gualzetti — sono dipendenti dal gioco d’azzardo, ma aumenta chi perde la casa o l’attività per i debiti. La criminalità fa credere alle vittime di essere l’unica soluzione, invece non è così. La lettera dell’Arcivescovo nasce da questo».

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