Milano, al campo X il raduno dei militanti fascisti: «No a divorzio e aborto». Ma spariscono i saluti romani

diCesare Giuzzi

In cinquanta alla tradizionale commemorazione dei repubblichini al cimitero Maggiore. L'omelia-comizio del sacerdote: «Morti per difenderci dagli invasori». Niente rito del presente né saluti romani

campo x

La commemorazione al campo X (Marco Ottico)

Una cinquantina di militanti fascisti ha commemorato, il 27 aprile come da tradizione, i morti della Repubblica sociale italiana al Campo X del cimitero Maggiore. Presenti soprattutto militanti di lungo corso e qualche membro di Lealtà Azione. La cerimonia è stata aperta dalla commemorazione religiosa con il sacerdote che durante la messa ha ricordato «i valori di Dio, patria e famiglia per cui sono morti i nostri soldati». Poi nella sua omelia-comizio ha ricordato che «i nostri soldati sono morti per essersi opposti agli invasori». Poi parlando dei «valori corrotti della famiglia» ha attaccato «il diritto al divorzio, la pornografia, la droga, e l’omicidio dell’aborto». La cerimonia s’è poi conclusa con la benedizione di tutte le tombe dei repubblichini e il suono del silenzio d’ordinanza. Niente rito del presente né saluti romani.

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27 aprile 2024 ( modifica il 27 aprile 2024 | 17:56)