3 maggio 2018 - 22:13

Salvini e la richiesta al Quirinale: a me l’incarico, cercherò i voti in Aula

Nel fine settimana vertice con Berlusconi e Meloni in vista delle consultazioni

di Marco Cremonesi

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MILANO — Dopo il passo di lato, è il momento del passo avanti: Matteo Salvini chiederà a Sergio Mattarella di essere incaricato di cercare in Parlamento che possa sostenere un suo governo. Ai sostenitori più vicini non nasconde le difficoltà della missione: l’aspettativa è che il capo dello Stato chieda in anticipo i parlamentari disposti a votare un governo Salvini. E dunque, sulla carta la missione è impervia. Ma il segretario leghista, riferiscono i sostenitori, intende percorrere «questa strada fino in fondo. Me la voglio giocare per rispetto delle persone che mi hanno dato loro fiducia. Mi brucerò? Non importa». Quel che conta, per Salvini è il dimostrare di aver tentato ogni via possibile.

In ogni caso, delle prossime mosse il segretario leghista parlerà con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, che Salvini incontrerà durante il weekend , prima di presentarsi a Mattarella che li ha convocati insieme lunedì alle 11. Il capo leghista ribadisce che «i voti li chiederà ai parlamentari, non ai partiti». Una precisazione che molti leghisti traducono così: «Non esiste l’ipotesi di un governo Giorgetti con l’appoggio del Partito democratico. Soprattutto, non esiste un governo di centrodestra a cui prenda parte il Pd». Giancarlo Giorgetti, il vice di Salvini, è stato assai chiamato in causa negli ultimi mesi perché assai stimato da Berlusconi e anche dai Dem. Mentre il neo governatore del Friuli Venezia Giulia ritiene che «si può fare solo un governo a tempo per la legge elettorale». Ma, appunto, ufficialmente la strada maestra è quella di un governo Salvini con i voti raccolti in parlamento. Missione che avrebbe la collaborazione attiva di Berlusconi.

Se ne avesse modo, il leader leghista si presenterebbe alle Camere con un programma «in sei, sette punti» incentrato su flat tax, stop alla Fornero, tempi brevi per la giustizia e testo unico sull’immigrazione. A testimonianza del fatto che Salvini non smette di guardare ai 5 stelle, i leghisti danno per pronto il piano del professor Michele Geraci per armonizzare flat tax e reddito di cittadinanza. In Forza Italia il tentativo di Salvini è visto con favore. La capogruppo Mariastella Gelmini insiste per «un governo di centrodestra a guida Salvini». Il retropensiero, per molti leghisti, è che i voti possano davvero arrivare dal Pd e «svegliarsi un mattino con il nostro premier sostenuto da un Nazareno bis». Tra gli azzurri circola un piano B: «Come potrebbe Salvini non sostenere Elisabetta Casellati se Mattarella puntasse su di lei?». La presidente del Senato è stata infatti eletta con il contributo concreto della Lega.

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