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Milano, ritirata la mozione anti-aborto da Amicone. Vittoria delle attiviste di “Non una di meno”

Luigi Amicone, il consigliere comunale di Forza Italia, promotore della mozione anti-aborto ha ritirato la proposta nell’ultima seduta a Palazzo Marino. Giovedì la manifestazione delle attiviste di “Non una di meno”, vestite come le “ancelle” della serie tv The Handmaid’s Tale ne aveva chiesto la bocciatura.
A cura di Chiara Ammendola
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Una manifestante in Piazza Scala giovedì 22 novembre mentre il consiglio comunale discuteva sulla Legge 194
Una manifestante in Piazza Scala giovedì 22 novembre mentre il consiglio comunale discuteva sulla Legge 194

Luigi Amicone ha fatto un passo indietro e ha ritirato la mozione anti-aborto da lui presentata a Palazzo Marino. Il consigliere comunale di Forza Italia particolarmente vicino a Comunione e Liberazione, aveva chiesto al sindaco di far diventare Milano "città per la vita", sostenendo economicamente e non solo quelle istituzioni, associazioni e gruppi che sostengono concretamente politiche a favore della famiglia e della vita, condannando così l'aborto e la Legge 194. Una mozione che aveva creato reazioni durissime non solo in consiglio comunale ma anche le tra le associazioni in difesa della Legge 194, nata in Italia per legalizzare e regolamentare l'aborto. Giovedì 22 novembre un folto gruppo di attiviste del movimento "Non una di meno", la rete per la difesa dei diritti delle donne, aveva manifestato prima presentandosi all'interno dell'aula di Palazzo Marino dove si stava discutendo proprio la mozione anti-aborto, vestite come le "ancelle", protagoniste della serie tv americana "The Handmaid's Tale" , poi proseguendo la contestazione anche esternamente l'aula. Le manifestanti avevano provocato la sospensione della seduta ed evidentemente anche la mozione stessa visto che nell'ultima seduta di ieri in consiglio comunale: Amicone ha così ritirato la sua stessa proposta. Una proposta che comunque aveva fatto storcere il naso non solo al centrosinistra milanese che l'aveva definita una provocazione, ma anche agli stessi esponenti di Forza Italia, i più liberali, che si erano detti in disaccordo col consigliere.

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