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Si fa inviare foto osè da ragazzine: odontotecnico condannato per pedopornografia

Un odontotecnico campano di 53 anni è stato arrestato dai carabinieri. Il professionista, che ha uno studio a Pompei, è stato condannato dal tribunale di Milano a quattro anni e quattro mesi di carcere per pornografia minorile, detenzione di materiale pedopornografico e sostituzione di persona: adescava ragazzine sui social network con un profilo falso e si faceva inviare foto osè.
A cura di Francesco Loiacono
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Adescava ragazzine sui social network sfruttando un profilo falso e si faceva inviare foto osè, facendo richieste via via sempre più spinte. Un uomo di 53 anni, di professione odontotecnico, è stato arrestato dai carabinieri di Cavenago d'Adda (Lodi). Il 53enne, originario della Campania e con uno studio a Pompei, nel Napoletano, deve scontare infatti quattro anni e quattro mesi di carcere per pornografia minorile, detenzione di materiale pedopornografico e sostituzione di persona. A condannare l'uomo, alcuni giorni fa, è stato il tribunale di Milano, al termine di un'inchiesta partita nel 2013.

L'uomo si fingeva una giovane promoter pubblicitaria

L'odontotecnico era stato denunciato dai genitori di alcune delle ragazzine adescate, residenti nel Lodigiano, che avevano raccontato ai loro parenti quanto accaduto. Secondo quanto accertato dai carabinieri di Lodi, il professionista aveva creato un profilo falso sui social network spacciandosi per una giovane promoter pubblicitaria. In quelle vesti aveva contattato diverse adolescenti, invitandole a inviargli delle foto in biancheria intima con la scusa di partecipare alle selezioni per diventare la testimonial di un'azienda del settore. Dopo le prime foto, però, l'uomo aveva continuato a fare richieste sempre più spinte alle ragazzine, chiedendo loro scatti decisamente osè. A quel punto molte delle adolescenti avevano raccontato l'accaduto ai genitori, facendo scattare le indagini. Il cellulare e il computer portatile del 53enne, usati per adescare le giovanissime, erano stati sequestrati nel suo studio: le prove raccolte hanno convinto i giudici a condannare l'uomo, che adesso dovrà scontare la sua pena.

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