Milano

Bergamo: la favola di Luigi, da universitario a maestro di calcio in Cina

Il patentino Uefa, la risposta a un annuncio su Facebook e il volo nello Shandong: "In campo dal lunedì al sabato per 5 ore al giorno, sotto il sole a 40 gradi"
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"Non conosco il cinese, ma mi piace pensare che la lingua del pallone sia uguale in tutto il mondo e che sul campo in realtà si parli solo quella": il senso dell'esperienza di Luigi Difrancesco, 25enne studente universitario di Mapello (nella Bergamasca) innamorato del calcio e allenatore per passione, è tutto qui. La sua avventura, riportata dall'Eco di Bergamo, è iniziata nel maggio scorso: poche settimane dopo aver ottenuto il patentino Uefa B (che gli consente di sedere sulla panchina di squadre fino alla serie D) si è imbattuto in un annuncio postato su Facebook dalla Icfa (Italy China Friendship Association), associazione che vuole creare un ponte culturale tra Italia e Cina: cercavano allenatori italiani per esportare i segreti del nostro calcio tra i bambini della provincia dello Shandong.
"Ho inviato la mia candidatura e sono stato chiamato per una serie di colloqui, prima in italiano e poi in inglese. È stato tutto molto rapido, a metà luglio ero già in Cina - racconta - Ho lavorato per un mese con bambini dalla categoria under 8 alla under 14 nelle città di Heze e Linyi, sempre affiancato da un traduttore perché io parlavo in inglese. Eravamo in campo dal lunedì al sabato per cinque ore al giorno, quasi sempre sotto il sole e con una temperatura di circa 40 gradi. Un'esperienza intensa che mi ha permesso di crescere a livello professionale, umano e culturale. Il tempo è volato e non vedo l'ora di ripetere l'esperienza".

Pur trovandosi a ottomila chilometri da casa e con qualche difficoltà di comunicazione con la famiglia e gli amici "perché Facebook e Whatsapp là sono bloccati", Difrancesco si è ambientato con facilità: "È stato soprattutto merito di Icfa e in particolare della presidente Yan Wang e del responsabile tecnico Daniele D'Eustacchio, che mi hanno sempre fatto sentire la loro vicinanza. E poi era molto bello vedere allenatori locali più anziani di me che mi si accostavano con grande rispetto e prendevano appunti. La Cina si sta aprendo molto dal punto di vista calcistico, com'è evidente anche in Italia e io che sono interista ne so qualcosa. Vogliono crescere e hanno un progetto di lungo periodo che parte appunto dai bambini. Mi entusiasma l'idea di introdurli agli aspetti tecnici e tattici del nostro calcio, dato che loro sono più fisici. Studio Economia bancaria in Bicocca, ma in futuro vorrei diventare un allenatore professionista. E se per farlo dovrò tornare in Cina, perché no?".