Milano

Pavia, il "giallo" delle pietre alla Basilica di San Michele

Trovati frammenti di muro ai piedi della chiesa, a insinuare dubbi sulla sua instabilità. Il parroco: "Falsi allarmi, non ho idea di chi sia stato"
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Come quella pietra sia arrivata lì, non se lo sa spiegare nemmeno lui. Don Giulio Lunati, 53 anni, è parroco da undici della basilica di San Michele a Pavia ed è ancora perplesso davanti al ritrovamento di un grosso frammento di muro ai piedi del lato sud della chiesa.
Ciò che rende surreale la vicenda è che quel piccolo blocco, così come altri calcinacci ritrovati, non appartiene all'edificio: "Non ho idea di come sia arrivato fin lì - spiega don Giulio - e nemmeno di chi abbia potuto mettercelo. So soltanto per certo che da San Michele non ci sono stati distacchi, i restauratori me lo hanno confermato".

Potrebbe esserci una mano, quindi, che vuole insinuare dubbi sulla stabilità della chiesa. L'episodio, infatti, risale a fine luglio ed è solo l'ultimo di una serie preoccupante: a marzo qualcuno telefona ai Vigili del Fuoco per denunciare crepe sotto al tetto, che ovviamente non ci sono. Qualche tempo dopo, sotto la facciata viene trovato un mattone, che ancora una volta non si è staccato dalla basilica.
"Erano anche circolati su Internet messaggi infondati - continua il parroco - che mettevano in guardia da possibili crolli. Quando sono usciti i primi articoli ho mandato una lettera di diffida e ho ribadito anche al prefetto che non c'era alcun pericolo".

È proprio il lato sud, quello rivolto verso il Ticino, a soffrire di distacchi di arenaria. I lavori di restauro, però, sono a buon punto e l'obiettivo è togliere i ponteggi entro la fine di settembre.
La basilica è uno dei più importanti luoghi della fede a Pavia. Costruita dai longobardi più di mille anni fa, fu scelta dall'imperatore Federico Barbarossa nel 1155 per la sua incoronazione a re d'Italia.