Milano

Attacco in parrocchia di Forza Nuova, blitz notturno contro il prete che accoglie i migranti: "Occupati di Chiesa"

Lo striscione esposto in parrocchia 
Un lenzuolo di diversi metri contro don Giusto che negli anni ha accolto più di duemila persone da Etiopia, Somalia, Nigeria e Costa d'Avorio
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Forza Nuova attacca l'oratorio degli ultimi di Como. "Don inGiusto si occupi di Chiesa, non di politica", si legge su uno striscione affisso di notte su una ringhiera all'ingresso della parrocchia. Un lenzuolo di diversi metri con le scritte in rosso in nero, i colori del movimento neofascista di Forza Nuova.

Nel mirino don Giusto Della Valle, il prete che in questi anni ha aperto le porte della sua chiesa a più di 2mila migranti. Uomini, donne e minori non accompagnati provenienti da Etiopia, Somalia, Nigeria e Costa d'Avorio, che cercavano di superare la frontiera con la Svizzera nella speranza di raggiungere il nord Europa. Da mesi, in seguito a una decisione interna della parrocchia, ha dovuto fermare la macchina dell'accoglienza all'oratorio san Martino di Rebbio, ma ha continuato a sostenere le associazioni del territorio.

In seguito alla recente decisione del Viminale di chiudere il centro migranti di Como gestito dalla Croce Rossa - nato nell'estate del 2016 dopo che la Svizzera ha bloccato il varco di Chiasso - e al trasferimento di 70 profughi ai Cas di Bologna e Torino, don Giusto ha invitato i comaschi a non voltarsi dall'altra parte. Durante una riunione di 'Como senza frontiere', la rete che unisce decine di associazioni che si occupano di accoglienza (e che nel novembre di un anno fa subì l'irruzione in sede dei militanti del Veneto Fronte skinhead che lessero un proclama antimigranti), ha chiesto alle parrocchie e alle sedi di partito di aprire le loro porte.

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Una presa di posizione che non è piaciuta a Forza Nuova: "Il parroco di Rebbio ha smesso le vesti ecclesiastiche trasformandosi in un politico", si legge sulla loro pagina Facebook dove rivendicano il blitz della scorsa notte. Lo accusano di aver incitato alla disobbedienza civile e si scagliano contro quello che per loro è "palese interesse per il business dell'immigrazione mascherato da buonismo e carità cristiana".

Un'intimidazione a cui il parroco non vuole rispondere. Ma non ha paura. "Siamo tranquilli. Continueremo ad aprire le porte e ad accogliere, come abbiamo sempre fatto".  E per farlo, ricorda, "non abbiamo bisogno del consenso". Perché quello che sta mettendo in pratica, dice, "è la linea tracciata dal Papa" nel discorso alla Giornata mondiale della pace. L'invito di papa Francesco, ricorda don Giusto, è quello di "accogliere, proteggere, promuovere e integrare".