Milano

Lega, il giudice ordina il sequestro di 1,9 milioni all'ex legale Brigandì: "Patrocinio infedele"

Umberto Bossi, Brigandì è stato suo storico avvocato (ansa)
Nella vicenda il Carroccio è parte civile. L'ex avvocato di Bossi esigeva la somma come compenso per la sua attività
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Il Tribunale di Milano ha disposto un sequestro preventivo ai fini della confisca da quasi 1,9 milioni di euro a carico dell'avvocato Matteo Brigandì, storico legale in passato della Lega e dell'ex leader Umberto Bossi, a processo per patrocinio infedele e autoriciclaggio perché, secondo l'accusa, "quale avvocato della Lega (è parte civile, ndr)" rendendosi "infedele ai suoi doveri professionali" avrebbe omesso "di denunciare il proprio conflitto di interessi" in relazione a un decreto ingiuntivo da lui richiesto per avere appunto quasi 1,9 milioni di compensi per la sua attività.

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Il provvedimento, richiesto dal pm Paolo Filippini e disposto dal giudice Marco Formentin, è stato depositato nelle scorse settimane e per il momento, da quanto si è saputo, il sequestro ha riguardato un immobile di Brigandì in Piemonte, mentre gran parte dei soldi, circa 1,67 milioni, sarebbe stata da lui trasferita su un conto in Tunisia. Per questo la procura ha attivato una rogatoria per arrivare a bloccare quei soldi. Il processo, intanto, è stato aggiornato all'8 novembre.

A Brigandì, che è stato anche parlamentare della Lega, viene contestato, infatti, anche l'autoriciclaggio perché avrebbe prima investito quei soldi "sottoscrivendo" una polizza vita e poi dopo un "disinvestimento trasferiva - scrive il pm nell'imputazione - la somma di 1,67 milioni" su un conto di una banca in Tunisia.