Milano

La Lega dei Ticinesi si scaglia contro il parroco di Chiasso: "Bambini migranti come chierichetti? Impensabile una volta"

Roberta Pantani 
Roberta Pantani, vicesindaco del paese e deputata al Parlamento federale attacca il prete sul settimanale del partito. I bambini al centro della polemica hanno passaporto svizzero e sono stati adottati da una coppia svizzera. I loro genitori: "Vergogna. Qui ormai c'è un continuo dare addosso allo straniero"
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Perché ci sono chierichetti di colore sull'altare? A scatenare la polemica è Roberta Pantani, vicesindaco di Chiasso e deputata della Lega dei Ticinesi al Parlamento federale. Sul Mattino della Domenica, il settimanale del partito, punta il dito contro due bambini nati in Etiopia della parrocchia di San Vitale, a due passi dal confine.

E chiama in causa il parroco di Chiasso, don Gianfranco Feliciani, reo di "utilizzare per la funzione di chierichetti bambini provenienti da altre culture, migranti". E ricorda che "quando quelli della mia generazione andavano in chiesa, quella del chierichetto era una funzione ambita, a cui si accedeva per meriti e per esperienza maturata su campo". Ma, constata, "i tempi sono cambiati". E poi attacca il prete: "Siccome don Feliciani la gente dalla chiesa la fa uscire piuttosto che entrare, l'unica possibilità rimastagli è quella di mettere al suo servizio bimbi che fino a ieri delle funzioni ecclesiastiche probabilmente non avevano mai sentito parlare".
L'articolo della Pantani su 'Il Mattino della domenica'  
Ma i piccoli chierichetti presi di mira dalla vicesindaco leghista per il colore della pelle, sono due gemelli di 11 anni con passaporto svizzero. Frequentano la parrocchia da diversi anni e quando serve si offrono volontari per assistere don Feliciani durante la messa. Sono stati adottati da una coppia di quarantenni elvetici residenti in Ticino. Ora, dopo quella che definiscono una "vergognosa propaganda contro gli stranieri fatta sulla pelle dei nostri figli", chiedono di restare anonimi, per tutelare i minori.

"Queste diversità per noi non esistono, sono gli altri che ce le fanno notare", dicono amareggiati. E ricordano che questo è il clima che si respira alla frontiera. "C'è un continuo dare addosso allo straniero", spiegano. Anche se "il Ticino è sempre stata una terra di immigrazione". E alla Pantano - da cui ancora aspettano delle scuse - rispondono: "Vieni a casa nostra, prendi in braccio i nostri figli. Quali minacce possono rappresentare questi bambini?".
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