Milano

Migranti, gli haters contro la portavoce di Sea Watch: la lettera aperta di 'Como senza frontiere'

Giorgia Linardi, foto Facebook 
Insulti contro la comasca Giorgia Linardi dopo essere comparsa in numerose dirette sulla condizione dei migranti a bordo. Il sostegno dei suoi concittadini: "Siamo con te, restiamo uniti"
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"Cara Giorgia, leggiamo con amarezza e dispiacere i commenti che hanno accompagnato l’articolo che racconta di te. Ci teniamo ed esprimerti la nostra solidarietà e a testimonare che i comaschi non sono solo questi pochi individui impauriti ed infelici che insultano ed esprimono una rabbia che è così forte da accecarli". Comincia così una lettera appello di 'Como accoglie', ong che si occupa di migranti, a sostegno di Giorgia Linardi, 28 anni, comasca, portavoce italiana di Sea Watch, una delle navi delle Ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo nonostante i porti chiusi dell'Italia e di altre nazioni europee.

La giovane è diventata bersaglio degli haters sui social dopo che il suo volto è comparso nelle numerose dirette in cui si rendeva conto delle condizioni dei migranti in cerca di uno sbarco sicuro in tutte le ultime missioni dell'organizzazione non governativa. Contro la ragazza, come denuncia anche il sito Comozero,  è partita la solita valanga di insulti sessisti e minacce violente sia sulla pagina della Sea Watch sia sulla pagina Facebook di "Como senza frontiere", l'associazione di volontariato che un anno fa organizzò una manifestazione dopo l'irruzione di militanti di destra in una sala dove era in corso una riunione sull'accoglienza ai migranti. 

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Di fronte all'ondata di odio, la Como solidale si mobilita a difesa della giovane portavoce. "Como è ben altro, abbiamo tantissime persone in prima linea nella difesa dei diritti umani: professionisti che mettono a disposizione il loro tempo, gente comune che si impegna con grande cuore, gruppi intereligiosi che, superiori alle divisioni, si uniscono per un messaggio comune di solidarietà e speranza e giovani persone come te, di cui siamo orgogliosi - continua la lettera appello sotto alla quale si allineano da giorni molti messaggi di solidarietà e firme di intellettuali, giornalisti, volontari e semplici cittadini - C’è, è evidente, una città chiusa e spaventata che vorrebbe costruire muri, ma ce n'è un‘altra che magari ha meno interesse ad urlare sui social perché spende il proprio tempo in altro modo. Non siamo pochi, restiamo uniti…restiamo umani. Un abbraccio".