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Cyberbullismo, le iniziative di Telefono Azzurro e ministero per l'educazione digitale

Il ministro Bussetti e il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo (fotogramma)
Il rapporto fra gli adolescenti e la rete in una ricerca curata dall'associazione che aiuta i bambini e Doxa Kids. La Regione Lombardia ha appena chiuso il bando BullOut per finanziare progetti di prevenzione
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"La rete per i giovani è una grandissima opportunità per socializzare e imparare, con qualche 'ma': bisogna evitare i pericoli". Per il presidente della Regione Attilio Fontana, i ragazzi sono infatti più esperti del mondo della rete rispetto alle generazioni precedenti, ma possono anche diventare più facilmente vittime di fenomeni come il cyberbullismo o grooming (adescamento online). Per questo nel Belvedere di Palazzo Lombardia si è tenuta la presentazione della ricerca Have your say a cura di Telefono Azzurro e Doxa Kids. L'occasione, il Safer Internet Day, che domani festeggerà la sua sedicesima edizione.

L'evento, a cui ha partecipato anche il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, rientra nell'ambito dell'iniziativa regionale BullOut, una linea di intervento per il contrasto a bullismo e cyberbullismo lanciata a settembre tramite un bando. Il bando, a cui potevano partecipare in partenariato almeno tre enti fra istituti scolastici, enti pubblici, università e associazioni di volontariato, metteva a disposizione per i progetti vincitori dai 10mila ai 25mila euro su un budget complessivo di 390mila euro. L'obiettivo: favorire lo sviluppo di una policy di contrasto al bullismo reale o virtuale, la realizzazione di programmi di sensibilizzazione e sostegno alle vittime di questi fenomeni, diffusi soprattutto fra adolescenti. 

I ragazzi fra i 12 e i 18 anni hanno un rapporto controverso con la rete, alla quale accedono soprattutto tramite smartphone, utilizzato dal 60% dei 611 intervistati della ricerca Have your say fra le due e le tre ore al giorno. Il 43% degli adolescenti, inoltre, ha dichiarato di non poter fare a meno di essere connessi. Essere privati dell'accesso a social e chat provocherebbe in loro agitazione e ansia, mentre il 6% di loro ha ammesso che si sentirebbe solo. Al tempo stesso, però, la maggioranza di loro ha anche confessato di temerne le insidie: il 46% sostiene infatti che i social possano incoraggiare atti di bullismo, la diffusione di pettegolezzi, l'accesso a contenuti violenti o pornografici e facilitare la discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale. La percentuale cresce se si tiene conto soltanto delle ragazze fra i 12 e i 14 anni, fra le quali si tocca il 54%. Fra gli effetti negativi dei social rientrano anche la distrazione dallo studio e dalla vita reale, la mancanza di un contatto personale, il rischio di sviluppare una dipendenza e la diffusione di fake news. 

I social hanno, però, anche un risvolto positivo: il 75% dei ragazzi intervistati ha affermato che possono essere d'aiuto nel mantenere i contatti con la famiglia o gli amici lontani, nel trovare persone con interessi simili, nello sconfiggere la solitudine e nell'incontrare persone nuove. Il 51% di loro, inoltre, ha affermato che i social sono la via principale per tenersi informati ed acquisire nuove conoscenze. Per permettere una navigazione virtuale consapevole, Telefono Azzurro e Miur hanno siglato oggi un protocollo d'intesa volto a favorire l'educazione digitale e a contrastare fenomeni negativi quali il bullismo reale e online. I destinatari di queste iniziative? Gli adolescenti, ma anche gli adulti. "Da una parte serve formare gli adulti in modo che siano in grado di affrontare queste sfide, ma i ragazzi stessi devono elaborare delle strategie di fronte a temi come lo hate speech e il sexting. Dare ai ragazzi il ruolo di protagonisti è fondamentale - commenta Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro - Anche le aziende devono rendere la rete più sicura, ad esempio con una verifica dell'età più efficace".