Milano

Pubblicità anti-aborto davanti alla Mangiagalli di Milano: la concessionaria rimuove il cartellone

Dopo le polemiche di questi giorni e dopo che un gruppo di manifestanti avevano coperto il cartellone affisso da Pro Vita, la società che gestisce quello spazio è intervenuta
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Rimossa. Dopo due giorni di polemiche, è stata eliminata la pubblicità anti-aborto, voluta dalle associazioni Pro Vita e Ora et Labora, appesa di fronte alla clinica ginecologica Mangiagalli di Milano. Il cartellone svettava su un palo metallico collocato esattamente davanti all'ingresso della struttura: nella notte tra lunedì e martedì è stato rimosso, mettendo così la parola fine a una vicenda che aveva originato una vera e propria rivolta sui social. Ma anche dentro l'ospedale e nella stessa aula del Consiglio comunale milanese, dove durante la seduta di lunedì pomeriggio - qualche ora prima che il cartellone fosse eliminato - la dem Diana De Marchi, presidente della Commissione pari opportunità, aveva annunciato una mozione per chiedere all'amministrazione di intervenire ed eliminare il cartellone provocatorio.
 

La pubblicità era comparsa lo scorso fine settimana, in uno spazio che fa parte di un lotto dato in gestione per alcuni mesi a una concessionaria pubblicitaria privata. E sarebbe stata proprio la concessionaria a decidere di eliminarlo, in modo da porre fine alle polemiche: dopo aver avvertito lunedì sera Palazzo Marino, la società nella notte ha così provveduto all'eliminazione del manifesto, per il quale era stata pagata un'affissione da fine gennaio a fine marzo.
 
(fotogramma)

Negli ultimi giorni, la polemica contro il cartellone ha visto in prima linea la ginecologa della Mangiagalli Alessandra Kustermann: la primaria è da sempre una delle voci più autorevoli e combattive per la difesa della legge 194 e della libertà di scelta delle donne. Non a caso, appena la pubblicità era comparsa - recitava la frase: "Non fermare il suo cuore", sopra le immagini di un neonato e di un'ecografia di un feto - il medico era scesa subito in campo: "E' inaccettabile: alla Mangiagalli ogni settimana una cinquantina di donne vengono per chiedere un aborto. Molte hanno già preso una decisione definitiva e sofferta, alcune cambiano idea durante il percorso di aiuto che viene intrapreso con loro. Ma nessuno di noi si permette di giudicare la loro scelta. Quel cartello va rimosso".
 
Domenica sera, poco dopo la sua comparsa, il cartellone pubblicitario era stato coperto in modo 'artigianale' da alcuni attivisti che, armati di lenzuola e cartelloni a favore della legge 194, si erano arrampicati con una scala accanto al palo dove la pubblicità svettava. E lo avevano oscurato.