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Decreto sicurezza, in migliaia in corteo a Milano: "Disobbediamo alle leggi razziste"

(fotogramma)
Centri sociali, studenti, partiti e militanti di associazioni antirazziste sfilano con i migranti: "No ai Cpr". Il flash mob in piazzale Loreto
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Un furgone dorato come le coperte termiche dei migranti e la scritta 'Disobey Ingiust Laws': si apre così il corteo contro il decreto Sicurezza e in particolare contro l'apertura del Cpr (uno dei Centri di espulsione per migranti previsti dal decreto Salvini) di via Corelli, a Milano, a cui partecipano, stima la Digos, circa 1.500 persone (quattromila secondo gli organizzatori) tra studenti, militanti di diverse associazioni antirazziste, partiti e centri sociali. Il momento più importante è quando il corteo - con partenza in piazza Piola e termine a Lambrate - è arrivato in piazzale Loreto e dagli altoparlanti si è sentito il suono delle sirene di emergenza e le registrazioni di alcune richieste d'aiuto provenienti dalle radio dei barconi con cui i migranti partono dalla Libia. Poi decine di uomini e di donne si sono sdraiate a terra, coperte da teli bianchi in ricordo di tutti quelli che in mare hanno perso la vita.

Il traffico di piazzale Loreto si è fermato per diversi minuti. "Ci vogliono disumani - hanno detto i manifestanti - vogliono che i morti in mare siano numeri, ma noi li ricordiamo".

"Non vogliamo Cpr ne a Milano in via Corelli né altrove", hanno gridato i militanti in testa al corteo, "dobbiamo riuscire a disobbedire a certe leggi razziste e dimostrare che Milano è una città solidale e meticcia". Molti gli striscioni e i cartelli con la scritta "mai più lager", "disobbedire alle leggi ingiuste in mare e in terra", mentre gli studenti hanno gridato: "Non cuciamo le bocche, alziamo la voce". Il corteo di oggi era stato preannunciato anche da un'iniziativa in centro: l'occupazione simbolica della sede milanese del ministero dei Tasporti fatta dai ragazzi del Lume per una ventina di minuti.