Milano

L'Arabia Saudita nel cda della Scala, monito dal Parlamento europeo: "Schiaffo ai diritti umani"

La Scala di Milano 
Il presidente della Commissione Diritti umani sull'ipotesi dell'ingresso di Riad nel consiglio di amministrazione. Il governatore Fontana frena, il sindaco Sala raccomanda "massima trasparenza"
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Diventa anche un caso politico l'ipotesi di accordo tra l'Arabia Saudita e il teatro alla Scala, che potrebbe spianare la strada un posto per il governo di Riad o alla società petrolifera Saudi Aramco tra i soci fondatori del massimo teatro lirico italiano. Dopo l'interrogazione parlamentare del senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia al ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli da Strasburgo arriva l'attacco del presidente della Commissione Diritti umani, che sostiene che "i sauditi nel cda della Scala sarebbero uno schiaffo alla Milano dei diritti". Rompe il silenzio  anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, che guida il Consiglio di amministrazione della Scala e non sembra escludere del tutto l'ipotesi a condizione che le condizioni "siano totalmente trasparente rispetto alla provenienza dei fondi e agli obiettivi".
Per Sala infatti la partecipazione del governo saudita non si dovrebbe limitare ad "un finanziamento puro" perché "non funzionerebbe", ma deve essere "l'occasione di rafforzare l'immagine della Scala in Medioriente, e portarla, attraverso tournée, nei teatri d'opera che ci sono anche in quella parte del mondo"; dunque i fondi sauditi dovrebbero corrispondere "a un ruolo attivo" funzionale "all'internazionalizzazione del Teatro in cui io credo molto". In ogni caso, "dovrà decidere il Cda: abbiamo una riunione il 18 marzo, a quel punto il Sovrintendente, Alexander Pereira, che ha gestito la partita ci rappresenterà l'intera situazione, cioè quello che offrono e quello che chiedono, e noi decideremo".

Sembra pensarla diversamente il governatore Attilio Fontana, che può contare su un posto del Cda scaligero affidato a Philippe Daverio. Il presidente della Lombardia infatti chiede "un approfondimento" e soprattutto di aspettare le valutazioni del governo. "La collaborazione e la possibilità per la Scala di portare la propria cultura anche nei Paesi del Golfo è sicuramente positiva - spiega Fontana - per quanto riguarda il discorso della possibilità per il governo saudita di entrare a far parte del cda, credo che si debba valutare, esaminare, capire cosa dirà il Governo nazionale, perché su quel Governo esistono alcuni punti di domanda. Cercheremo di capire dal Sovrintendente che ha portato avanti questo genere di trattativa quali siano le condizioni e la situazione per poi dare una risposta. Io ero a conoscenza soltanto della collaborazione culturale e a quella avevo dato sicuramente un parere positivo, sul resto bisognerà approfondire".
Sul fronte politico, alle parole dell'azzurro Maurizio Gasparri che ha citato per commentare il caso il noto detto "pecunia non olet", si aggiunge l'attacco dell'europarlamentare Antonio Panzeri che definisce l'ipotesi che l'Arabia Saudita entri nel Cda della Scala "uno schiaffo alla Milano dei diritti". Panzeri (Mdp), presidente della Commissione Diritti umani del Parlamento europeo sostiene che "va bene proiettare il teatro verso una internazionalizzazione, e capisco anche la necessità di ottenere fondi, ma non possiamo assolutamente permettere che uno dei simboli più prestigiosi di Milano collabori con chi nel proprio Paese calpesta quotidianamente diritti e libertà".

Duro anche il capogruppo di Fratelli d'Italia alla commissione parlamentare Cultura della Camera, Federico Mollicone che dice "no ai soldi arabi" e chiede "all'Italia di difendere le sue eccellenze". Il finanziare Francesco Micheli, che nel cda della Scala rappresenta il governo, invece, interviene sulla nomina del futuro sovrintendente e precisa: "Il teatro è in mano agli stranieri da quindici anni, è il momento di tenerne conto".    
Sui social Alexander Pereira in versione "Alexander d'Arabia" 
L'accordo prevederebbe il finanziamento da parte di Riad di 3 milioni di euro l'anno per cinque anni più altri 100mila euro abnnui per l'istituzione di un'accademia per musicisti. La Scala ha in programma un tournée nel 2020 durante la quale eseguirà La Traviata di Verdi in forma di concerto diretta da Zubin Mehta. La polemica della Scala ha fatto il giro del mondo. Anche il Guardian pubblica un articolo che ricostruisce la vicenda. Mentre nella rete impazza una foto del sovrintendente del Piermarini, Alexander Pereira in versione "Alexander d'Arabia".