Milano

Saluti romani e motti del Ventennio, in duemila a Milano al concerto-evento di CasaPound

Per i vent'anni degli ZetaZeroAlfa e i cento dalla nascita dei fasci di combattimento. In un locale privato dopo che il prefetto aveva vietato la manifestazione pubblica definita dal sindaco Beppe Sala "oltraggiosa"

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MILANO - Saluti romani e magliette con i motti del Ventennio. Un'"adunata" - come l'hanno chiamata i militanti - con lo slogan - diffuso sui social - "abbiamo cento anni, ma ce ne sentiamo venti". Il riferimento è chiaramente al centenario del fascismo e ai venti anni degli ZetaZeroAlfa, la band ufficiale del partito di cui è leader il pregiudicato Gianluca Iannone. Più di duemila persone per il concerto-evento di CasaPound a Milano, l'altra sera, 23 marzo, lo stesso giorno in cui nel 1919 nascevano i Fasci italiani di combattimento.

Il raduno - sul quale pendeva il divieto del prefetto Renato Sacconi e che il sindaco Giuseppe Sala aveva definito "manifestazione oltraggiosa" - si è svolto in una balera in via Toffetti, prima periferia milanese, a pochi minuti dalla fermata della metropolitana Porto di Mare. Militanti neofascisti da tutta Italia e anche dall'estero, pullman, van e auto che sono arivate a MIlano già nel primo pomeriggio. All'esterno, a vigilare sull'afflusso, il servizio d'ordine di CasaPound con militanti in pettorina rossa, la stessa indossata dalle ronde fasciste quest'estate sulle spiagge del litorale laziale. Dettaglio: i cancelli dello spazio di via Toffetti sono stati aperti alle ore 19.19:  l'anno in cui - il 1919 - in piazza San Sepolcro a MIlano nascevano i gruppi di lotta voluti da Benito Mussolini.

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Sul palco sono saliti gruppi della scena musicale nazionalista: Ultima frontiera, Fantasmi del passato, Spqr e infine lo, gli ZetaZeroAlfa, il gruppo da cui di fatto si è sviluppato il progetto di CasaPound che poi da centro sociale si è trasformato in partito politico nazionale. Un partito che ha visto in dieci anni centinaia - tra dirigenti, militanti e simpatizzanti - finire in guai giudiziari, protagonisti di reati tra cui violenze, risse, omicidio e tentato omicidio, oltre ovviamente all'apologia di fascismo, incitamento all'odio razziale  e alla tentata ricostituzione del partito fascista.


Durante la serata - come mostrano fotografie postate sui social, in particolare sulla pagina Fb di CasaPound - il pubblico ha cantato e ballato in mezzo a una selva di saluti romani e teste rasate. "Nel dubbio mena", è uno degli slogan di CasaPound, da una canzone degli ZZA. Nessun problema di ordine pubblico. E, alla fine, nessun divieto da parte di questura e prefettura. Un lasciapassare che CasaPound ha festeggiato come una vittoria. Nel giorno in cui i "fascisti del terzo millennio"  ricordavano il centenario dei Fasci di combattimento.

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