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Lega, zone rosse anti-migranti vicino a scuole e stazioni nel Lecchese. È polemica: "Persone come slot machine"

Un gruppo di migranti appena salvati 
Calolziocorte. Varato un regolamento che stabilisce la distanza minima per i centri di accoglienza. Stabilite anche le zone blu, per oratori e biblioteche. Il sindaco del Carroccio: "Rischio di spaccio". Ma l'opposizione insorge: "Atto discriminatorio". Il Pd annuncia interrogazione al Senato
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Zone rosse, in prossimità della stazione ferroviaria e delle scuole, in cui è vietato aprire centri di accoglienza per richiedenti asilo e zone blu, nelle vicinanze di biblioteca e oratori, dove per farlo servirà un nulla osta: è quanto prevede il regolamento comunale approvato dall'amministrazione leghista di Calolziocorte, cittadina del Lecchese di circa 15mila abitanti. "Stabilire che i centri d'accoglienza non possano sorgere a meno di 150 metri dai luoghi sensibili come le scuole significa di fatto equiparare i migranti alle slot machine ed etichettarli come minaccia sociale - dichiara Diego Colosimo, consigliere comunale del gruppo Cambia Calolzio - Quello adottato dall'amministrazione è un provvedimento discriminatorio ed escludente".
 
Il sindaco Marco Ghezzi, molto vicino al senatore della Lega Paolo Arrigoni originario di Calolzio, definisce invece l'istituzione delle nove zone rosse e delle cinque zone blu "una misura volta a favorire l'integrazione, che peraltro qui già funziona perché i circa 20 richiedenti asilo ospitati sul territorio comunale lavorano e collaborano spesso con la nostra Protezione civile per attività di pubblica utilità. La zona critica è quella della stazione, che è già controllata dalle forze dell'ordine perché soprattutto la sera chi abita nei dintorni deve fare i conti con bivacchi e situazioni di degrado".

Migranti, il sindaco di Calolziocorte: "No centri d'accoglienza vicino a scuole per evitare spaccio"


 
Tenere lontani i centri d'accoglienza servirebbe quindi secondo il primo cittadino a non peggiorare una condizione già tesa, mentre per quanto riguarda le scuole "si tratta di una tutela preventiva, per evitare il rischio di spaccio. Qui per fortuna non abbiamo per ora problemi del genere, ma in altre città si sono verificati. Non voglio certo dire che i bambini debbano aver paura dell'uomo nero, tanto più che il centro già esistente a Calolzio è vicino a un oratorio". Ghezzi sottolinea che "i nulla osta richiesti per le zone blu servono perché come amministrazione vogliamo essere informati. Controllare la situazione e dare regole chiare è utile per tutti, a cominciare dagli immigrati stessi. Nel regolamento si dice anche che i centri d'accoglienza dovranno essere in zone centrali e ben servite dai mezzi pubblici e ovviamente dovranno garantire agli ospiti condizioni igienico-sanitarie adeguate".
 
Spiegazioni che però non convincono le opposizioni: "Il sindaco sostiene che i richiedenti asilo debbano stare lontani dalle scuole per evitare lo spaccio, come se il loro status li portasse automaticamente a essere spacciatori - conclude Colosimo - di questo passo finiremo a istituire zone rosse per tutti, dai meridionali ai sudamericani e ai cinesi". Il regolamento non è retroattivo, ovvero non vale per le realtà già presenti. "Ma stabilisce un precedente gravissimo - attacca il deputato del Pd eletto a Lecco Gian Mario Fragomeli - confinando i migranti nelle zone periferiche non se ne favorisce certo l'integrazione, piuttosto la segregazione. E parliamo di famiglie con bambini che devono poter andare a scuola e frequentare i loro coetanei".
 
E c'è un altro elemento evidenziato dal deputato dem: "Tra i luoghi sensibili sono stati inclusi oltre ai plessi scolastici anche gli oratori, mettendo pesantemente in discussione il ruolo e la missione di accoglienza della Chiesa. È una sfida aperta ai cattolici, oltre ad essere un provvedimento ai limiti della costituzionalità". Il no del Pd è compatto, sia a livello provinciale che nazionale. I senatori dem depositano un'interrogazione urgente sul caso, come annuncia il capogruppo Andrea Marcucci.