Milano

Un missile "per uccidere" Matteo Salvini: il gip di Milano archivia, "forse un bizzarro complemento d'arredo"

Un missile "per uccidere" Matteo Salvini: il gip di Milano archivia, "forse un bizzarro complemento d'arredo"
Nel 2019 la procura di Torino indagava su gruppi dell'estrema destra e aveva sequesrato un missile aria aria che l'allora ministro dell'Interno riteneva fosse destinato a lui
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Il missile aria aria Matra che avrebbe dovuto, come lui stesso aveva affermato, "uccidere" l'allora ministro dell'interno Matteo Salvini, non à altro che un "forse bizzarro complemento d'arredo".

A scriverlo è il gip di Milano Roberto Crepaldi nel provvedimento di archiviazione dell'indagine su gruppi legati all'estrema destra avviata dalla Procura di Torino  che nel luglio 2019 aveva portato a tre arresti e a sequestri di armi da guerra e loro componenti, tra cui il missile, ora ritenuti inoffensivi e oblsoleti. Allora Salvini aveva parlato di segnalazione di un ex agente del Kgb su un attentato da parte di nazionalisti ucraini dicendo: "L'ho segnalata io. Era una delle tante minacce di morte che mi arrivano ogni giorno. I servizi segreti parlavano di un gruppo ucraino che attentava alla mia vita. Sono contento sia servito a scoprire l'arsenale di qualche demente".

L'inchiesta, poi passata a Pavia e infine a Milano, allora aveva portato ad arrestare Fabio Del Bergiolo, ex ispettore delle Dogane ed ex candidato in Senato per Forza Nuova -  riarrestato l'anno scorso nell'ambito di un altro procedimento - che voleva vendere il missile per 470 mila euro e anche i due proprietari dell'hangar dove è stato ritrovato i quali si sono sempre difesi spiegando di essere i 'custodi' del Matra per conto di un collezionista invece indagato con un'altra persona.

 

 


Nel provvedimento con cui il giudice Crepaldi accoglie la richiesta di archiviare il caso del pm Isabella Samek Lodovici formulata dopo una perizia sulle armi, si spiega che "non vi è dubbio" che il missile, ora dissequestrato, "pur originariamente classificabile come arma da guerra, sia stato sottoposto a procedure di disattivazione in altro Paese, all'esito delle quali lo stesso ha perso tutto l'enorme potenziale bellico ed è divenuto del tutto inidoneo a recare offesa alla persona, nonché insuscettibile di ripristino". "Il missile - sottolinea il gip - è divenuto oramai un mero simulacro vuoto e, contrariamente a quanto millantato da alcuni degli indagati, assume un valore solo quale (forse bizzarro) complemento d'arredo".


Nel decreto di archiviazione per le 5 persone , nel sostenere che "il fatto non sussiste"  si parla di "naturale obsolescenza sia fisica che tecnologica" dei contenitori lanciarazzi, che risalgono tra gli anno '60 e '80 e sono per altro privi di munizioni, tale da renderli inoffensivi e inutilizzabili come le altre componenti ritrovate. Solo per un lanciarazzi è stata disposta la confisca e la distruzione. "Piena stima e fiducia nella magistratura milanese che, dopo il trasferimento dell'indagine da Torino a Pavia, ha accertato come la vicenda non avesse nulla di penalmente rilevante", ha commentato uno dei difensori, l'avvocato Agostino Garagiola.