Addio Super Mario: è morto Mario Segale, ispirò il nome del personaggio Nintendo

L'uomo che ispirò Super Mario, l'iconico videogioco, è morto all'età di 84 anni: si chiamava Mario Segale.

Mario Segale

È morto il 27 ottobre, all'età di 84 anni, l'imprenditore Mario Segale, noto nel mondo dei videogiochi per essere stato la fonte d'ispirazione del nome di Super Mario, la celeberrima mascotte della Nintendo. Figlio di immigrati italiani agricoltori, Segale aveva fondato la M.A. Segale, ditta di costruzione attiva nel Nord-Ovest degli Stati Uniti, successivamente venduta per consentire alla famiglia di concentrarsi sulla sua agenzia immobiliare, la Segale Properties. Al momento della morte, Segale era con la sua famiglia: la moglie Donna, di 62 anni, quattro figli e nove nipoti.

Proprio in quel contesto, stando agli aneddoti sull'argomento, sarebbe avvenuto il contatto con la Nintendo, che affittò da Segale lo spazio che poi divenne la sede americana del gigante dei videogame. All'epoca l'azienda era in difficoltà sul piano economico, e si apprestava a lanciare il gioco di Donkey Kong sul mercato occidentale. Il presidente della succursale americana, Minoru Arakawa, notò una certa somiglianza fisica tra Segale e l'idraulico che appariva nel gioco al fianco dell'irascibile primate, e così lo staff iniziò a chiamare il personaggio Mario. Da lì nacque il franchise più redditizio dell'industria videoludica, che a oggi ha venduto più di 500 milioni di copie nel mondo intero e ispirato adattamenti televisivi, cinematografici e fumettistici, nonché merchandising di vario genere.

La rivista Variety ha raccolto una dichiarazione della Nintendo americana: "Siamo dispiaciuti della scomparsa del signor Segale, e mandiamo le nostre condoglianze alla famiglia e agli amici." Segale, dal canto suo, non sarebbe mai stato del tutto a suo agio con l'associazione nominale con il celebre idraulico, stando a quanto scritto nel necrologio ufficiale: "Sebbene fosse l'ispirazione per il nome di Super Mario per aver avuto come affittuari i dipendenti della Nintendo negli anni Settanta, lui tendeva ad evitare la notorietà e voleva invece essere ricordato per ciò che fece nella vita."