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Il pentito di camorra rivela: “Innamorato di una prostituta uccisi il protettore per salvarla”

Giovanni Cascarino, ritenuto in passato legato al clan La Torre e attualmente collaboratore di giustizia, ha confessato l’omicidio di un albanese ucciso nel 1999 a Capua: si sarebbe trattato di una punizione perché la vittima, insieme al fratello, aveva maltrattato e sequestrato una donna che costringeva a prostituirsi per impedirle di uscire dal giro e di cui l’assassino si era innamorato.
A cura di Nico Falco
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Cascarino Giovanni - fonte: www.sostenitori.info
Cascarino Giovanni – fonte: www.sostenitori.info

Ucciso perché non voleva lasciare libera una prostituta di cui si era innamorato quello che sarebbe diventato il suo killer, sequestrandola e maltrattandola per impedirle di uscire dal giro di prostituzione che gestiva col fratello. Dopo 20 anni arriva la confessione sull'omicidio di Halim Margiekai, albanese, ammazzato a Mondragone a colpi di pistola in un agguato in cui rimase ferito anche il fratello. A parlare è il pentito Giovanni Cascarino, che in Corte d'Assise ha raccontato i retroscena di quel raid facendo anche il nome dell'uomo che lo avrebbe accompagnato nella missione di morte: Mario Cuoco, anche lui di Mondragone e, come Cascarino, vicino al clan camorristico dei La Torre.Il procuratore generale, dopo la confessione, ha chiesto la condanna a 18 anni per Giovanni Cascarino, esecutore materiale dell'omicidio, e 16 anni per Mario Cuoco, inquadrato come complice.

I due erano stati assolti in primo grado per mancanza di prove ma in secondo grado avevano incassato la condanna. Successivamente la Cassazione aveva annullato la sentenza rinviando il processo in Appello. Giovanni Cascarino ha in seguito chiesto di collaborare con la Giustizia e ha confessato l'omicidio. Ha spiegato che si era innamorato di una ragazza di nome Sonia, che faceva la prostituta nei pressi di Capua. Con lei aveva instaurato una relazione fissa ma Halim Margiekai, che “gestiva” la giovane come protettore e sequestratore, non aveva intenzione di lasciarla andare e, per non farla uscire dal giro, insieme al fratello l'aveva sequestrata e maltrattata per diversi mesi. Per questo motivo, ha raccontato Cascarino, aveva deciso di vendicarsi contro i due fratelli. L'agguato era avvenuto il 17 settembre 1999, a Capua, l'uomo era stato ucciso a colpi di fucile esplosi da distanza ravvicinata. La sentenza è attesa per il mese prossimo.

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