Jihad, a Napoli la fabbrica dei documenti falsi per i terroristi
Una vera e propria "fabbrica" di documenti falsi quella che quattro tunisini, arrestati la scorsa notte nell'ambito di una vasta operazione di anti-terrorismo coordinata dalla procura di Roma. I quattro, stando alle indagini, avevano creato una vera e propria "industria" di documenti falsi, nella quale si sarebbero prodotti anche una falsa carta d'identità ed un altrettanto falso permesso di soggiorno per Anis Amri, il terrorista che nel dicembre 2016 uccise dodici persone ferendone oltre cinquanta in un attentato ai mercatini di Natale a Berlino.
In questa "fabbrica" veniva però prodotto di tutto: non solo carte d'identità, ma anche libretti di circolazione, patenti, fino anche a libretti di lavoro in formato elettronico da utilizzare in Francia. Le cifre per l'acquisto dei documenti contraffatti variavano dai cento ai trecentocinquanta euro. I quattro tunisini arrestati risiedevano tra Napoli e Caserta: due nel centro del capoluogo partenopeo, gli altri due a Casal di Principe ed a Villa di Briano, nell'entroterra casertano.
Il capo della banda, però, sarebbe stato un trentaduenne che viveva a due passi dal teatro San Ferdinando, tra i quartieri Stella e Vasto, nel cuore di Napoli e non lontano dalla stazione di Piazza Garibaldi: da lì, il trentaduenne avrebbe mantenuto i contatti con la Tunisia, ricevendo anche informazioni sugli sbarchi degli immigrati, preparando anche gli alloggi per i migranti da ospitare e fabbricando i documenti falsi, in modo da consentire ai clandestini di arrivare in Francia, dove sarebbero stati accolti da altri tunisini: e proprio su questo ultimo punto si stanno concentrando ora le indagini da parte delle autorità francesi e dei servizi segreti transalpini.