Napoli

Ultim'ora

“Sono stato investito”, poi muore. Travolto e ucciso da un'auto pirata nel Piacentino

Se il Paese perde la sua umanità verso il diverso

Da Salvini a Trump: perché il mondo è diventato freddo al dolore degli altri

3 minuti di lettura
"Questa Lega è una vergogna" cantava il nostro amato Pino Daniele molti anni fa.
Era il tempo di Bossi e Maroni, della Lega Nord che ce l’aveva duro, di un partito nato con il solo e chiaro intento di scindere l’Italia in due, nord e sud. È passato un trentennio dalla sua costituzione, eppure la Lega, che per ripulirsi e intercettare i fondamentali voti di quel meridione tanto vituperato ha abbandonato per strada la parola "nord" e si è messa ad ascoltare le canzoni di Peppino Di Capri (come profetizzò Massimo Troisi dallo studio di Domenica In), continua inesorabile a recitare un ruolo fondamentale nella politica e nella società italiana.
Oggi è di nuovo al governo, oggi il suo capo è ministro dell’Interno e la fa da padrone.

Sembra uno scherzo del destino: in un contesto storico così instabile nel quale il sud del mondo sta tentando come può di salvarsi dalle guerre e dalla fame e chiede aiuto, in un Paese che si ritrova per pure ragioni geografiche a recitare un ruolo fondamentale in tal senso, a essere primo approdo, soccorso per i disperati, noi abbiamo al comando un uomo insensibile (come altro potremmo definirlo senza urtare la sua grande umanità?) a tutto ciò, siamo governati da un partito che non ha mai nascosto la propria avversità nei confronti dello straniero, del diverso, che siano i migranti, i gay, o tutti quei "buonisti" di sinistra con gli scheletri negli armadi.

Ad ascoltare le argomentazioni dei leghisti non si può non provare un senso di dejà vu, se stiamo ancora qui a dire che gli italiani vengono prima. Pura razza italiana, ricordate? Ci sono dei bambini africani in mare sballottati da un mese? E che ci possiamo fare, abbiamo da pensare agli italiani nelle tendopoli, dobbiamo preoccuparci del lavoro, dei problemi di casa, che se la vedessero gli altri. Ok essere tolleranti, ma coglioni no!
Sono queste le frasi che sentiamo ormai in bocca a una metà della popolazione. Perché il discorso in realtà è esattamente il contrario di quanto fatto: non ci ritroviamo per mera sfortuna Salvini al potere (e il tristemente famoso vicesindaco triestino Polidoro che si è vantato in settimana di aver gettato nel cassonetto le coperte di un clochard) in un momento nel quale invece avremmo bisogno di uomini al vertice dotati di una sensibilità maggiore, no, ci ritroviamo Salvini perché il Paese ha perso la sua umanità. Ci troviamo Trump e il suo muro perché il mondo è diventato freddo di fronte al dolore altrui.

Salvini e Trump non sono la causa, insomma, ma l’effetto. Ovvio.
E allora, per restare in Italia, perché quando è il momento di essere solidali ci diamo da fare e rispondiamo in massa? Perché quelle file per Alex? Perché è italiano? Non voglio e posso crederci, e mi chiedo se fra quelle persone in coda ci fosse anche chi non avrebbe donato per un bambino di colore, chi i porti li vuole chiusi, chi vota Lega, insomma, e se ne frega di ciò che accade fuori dalle nostre mura, chi non vuole dare riparo alle orde (come le ha definite Feltri).

Leggevo un interessante articolo su La Stampa nel quale Gianluca Nicoletti si interrogava sul perché di tanta cattiveria e disumanità, sul perché siamo diventati improvvisamente una nazione di gente meschina, se sia un fatto nuovo, degli ultimi anni, o se, invece, sia sempre stato così. La risposta che si dà Nicoletti è che cattivi lo siamo sempre stati (siamo umani in fondo), solo che un tempo il nostro lato oscuro era più facilmente celabile, potevamo mostrarlo solo alla ristretta cerchia di persone che frequentavamo, la famiglia, gli amici, i colleghi. Oggi con il web è tutto diverso, oggi possiamo mercificare un po’ di visibilità dando giudizi non richiesti, oggi su internet possiamo sentirci in un attimo massa e non più singolo (e la massa è molto più razzista dell’individuo), ed esibire quindi quelle idee di cui un tempo ci saremmo vergognati. Già, proprio così, vergognati; all’epoca, e lo ricordo bene, se si votava Msi non lo si diceva apertamente, solo un ventennio fa era difficile trovare chi ammetteva con sincerità di essere berlusconiano. Oggi quel senso di pudore (che potremmo anche chiamare con audacia "amor proprio") è scomparso, oggi sembra essere diventato un vanto urlare le proprie convinzioni xenofobe, omofobe, classiste, cattive.

Abbiamo sdoganato tutto, e da questo punto di vista sì la politica c’entra, ha un’enorme responsabilità, da questo punto di vista sì parliamo di causa, con i nostri parlamentari che utilizzano ogni giorno parole di rabbia e paura, che esportano diffidenza, sospetto, razzismo, un governo che gioca a fare il duro con i deboli chiudendo i porti e non gli stadi (e riprendo le parole di Nino D’Angelo), all’interno dei quali assistiamo a insopportabili manifestazioni razziste ogni week end.

Ma tanto è tutto una boutade, no?
Semplici scherzi, sfottò fra tifosi, come quando il nostro prode ministro dell’Interno fu ripreso a incitare il Vesuvio affinché ci soffocasse con il suo magma.
Ignoranza, meschinità, disumanità, protervia.
Oggi si è data loro valenza, diritto di esistere.