Napoli

I partigiani di Casal di Principe, 74 anni fa la battaglia del monte Rovaio

Cerimonia in ricordo di due partigiani del Comune in provincia di Caserta

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Settantaquattro anni fa sul Monte Rovaio, nelle Alpi Apuane, in provincia di Lucca, più di 60 partigiani del Gruppo Valanga, guidati dal ventiduenne Leandro Puccetti, affrontano un migliaio di nazifascisti, per proteggere la popolazione civile.  Lo scontro a fuoco comincia alle tre di notte del 29 agosto del 1944 e termina dieci ore dopo. Alla fine di quella lunga notte di fuoco, sul terreno restano i corpi di 18 partigiani.

Fra coloro che affrontano i nazifascisti, ci sono due ragazzi originari di Casal di Principe, o meglio di Albanova, Il comune  creato nel 1928 e che riuniva Casal di Principe e San Cipriano di Aversa.
I partigiani (tutti di età compresa fra i 16 ed i 33 anni), cercano di fermare i nazifascisti (tedeschi, Monterosa, brigata nera di Lucca, SS italiane) per lasciare il tempo ai civili del posto di mettersi in salvo. Solo due settimane prima, in un paese vicino, Sant'Anna di Stazzema, i nazifascisti avevano ucciso a fucilate oltre 500 persone, fra cui molti bambini, donne ed anziani.

 "Si - conferma Renato Natale, il sindaco di Casal di Principe - tra loro c'erano due nostri concittadini, Aniello Giametta, e un altro di cui si conosce solo il nome, Francesco detto "il napoletano". Era il nome di battaglia e, purtroppo, non siamo ancora riusciti a scoprirne il nome esatto. Entrambi nati e residenti ad Albanova. Francesco rimase ucciso  su quei monti, ed oggi lo ritroviamo fra i nomi della lapide che ricorda il loro sacrificio, mentre Aniello riuscì a salvarsi. Da quanto ricostruito, i due appartenevano ai gruppi definiti Stella Rossa, operanti in Emilia. Per saperne di più abbiamo anche coinvolto le associazioni partigiane della Toscana, l'Anpi nazionale, il Comando generale dei Carabinieri. Perché forse potrebbero essere stati carabinieri in servizio in Emilia quando arriva l'armistizio e, dopo il quale, decidono di aggregarsi alle truppe partigiane per non finire nell'esercito fascista. Su Aniello Giametta, forse la difficoltà di avere notizie più certe, potrebbe nascere da un errore nella trascrizione del cognome, in Giarretta. Ma non ci arrendiamo"
 
La ricostruzione di quella tragica notte sul Monte Rovaio l'ha fatta  "l'istituto storico della Resistenza  e dell'Età Contemporanea in provincia di Lucca".  "Sono le 23 del 27 agosto 1944. Di sentinella, a Colle a Panestra, tra l'Alpe di Sant'Antonio e il gruppo delle Panie, è Tarzan, nome di battaglia di Gualtiero Montanari, partigiano emiliano del gruppo Valanga stanziato dalle parti del Monte Rovaio - scrive l'istituto della Resistenza - Tarzan sente rumore di passi lungo un sentiero che da Col di Favilla porta all'Alpe di Sant'Antonio: intima l'altolà e chiede la parola d'ordine. Gli viene risposto in un italiano stentato. Tarzan capisce di avere di fronte una pattuglia nemica in avanscoperta e spara con il suo Sten. Al buio. Un ufficiale tedesco, Rolf Bachmann, viene ucciso, gli altri fuggono".
 
"Dopo l'episodio della sera precedente - è la ricostruzione dell'istituto storico della Resistenza -  i partigiani del gruppo Valanga non sanno bene cosa fare. Tra l'altro, il comandante Leandro Puccetti e il suo vice Mario De Maria non sono al campo. Abbandonare la posizione? Rimanere lì e organizzarsi in vista della sicura reazione nemica? Cresce anche la preoccupazione che i tedeschi, in caso di loro fuga, possano prendersela con la popolazione civile. Nel tardo pomeriggio rientrano Puccetti e De Maria. La decisione è presa: si rimane lì. Gli abitanti dei dintorni no, loro fuggono nascondendosi in paesi vicini o in grotte. La sera la tensione è palpabile, l'attacco tedesco potrebbe scattare da un momento all'altro".
 
Sono le 3 del 29 agosto 1944. I partigiani del Valanga hanno approntato le loro postazioni difensive sul monte Rovaio: una sulla cresta, una all'estemità occidentale, una a sud verso Piglionico e una sopra Colle a Panestra. Sono una settantina circa. I tedeschi giungono da nord, dalla valle della Turrite Secca, e da sud, da Piglionico. Con loro anche italiani della Guardia Nazionale Repubblicana. Il loro numero è imprecisato: alcune centinaia di soldati, probabilmente, ma c'è chi dice addirittura duemila. Alle 3.30 inizia la battaglia"
 
"Dopo sette ore di fuoco, restano sul terreno 18 partigiani, fra cui il nostro concittadino Francesco - racconta con un pizzico di emozione  Renato Natale -  gli altri riescono a fuggire, fra cui anche l'altro concittadino Aniello Giametta" .
 
A Molazzana, in provincia di Lucca, c'è una lapide che ricorda il sacrificio dei partigiani  morti sul Monte Rovaio. Ogni anno c'è una cerimonia per ricordare quei ragazzi che diedero la loro vita per salvare le popolazioni civili. Da quattro anni, il sindaco di Casal di Principe partecipa al ricordo di quei giovani con tanto di fascia tricolore e gonfalone della città.
 
"Anche quest'anno, il 26 agosto scorso, sono stato a Molazzana per rendere omaggio ad un glorioso casalese - dice ancora il primo cittadino di Casal di Principe -  l'ho fatto con l'orgoglio di aver avuto fra quei valorosi due miei compaesani. Per una volta Casal di Principe si distingue per fatti positivi e non per vicende di camorra. E' giusto che il loro eroismo venga ricordato, anche a distanza di 74 anni da quegli eventi, come dei tanti altri che diedero la vita per la nostra Libertà".