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Roberto Esposito: "Pd a Napoli inesistente, De Luca immagine nazionale devastata"

Il filosofo: "Qui assenti politica e classe dirigente. Non si sa neanche chi sia il segretario del partito a Napoli"

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Il vero problema di Napoli? Il filosofo Roberto Esposito non ha dubbi: «L’abisso impressionante tra le potenzialità culturali della città e l’assenza di una politica, l’assenza di una classe dirigente, l’assenza notevole del Partito democratico che, se vuole rinascere, deve ripartire dalla base che si è allontanata in questi anni».

Un partito che ora, professore, si avvia anche a chiudere la sede in via Toledo. Che ne pensa?

«Guardi, è la logica conseguenza dell’assenza di politica. Io, che leggo abitualmente almeno due quotidiani, non so chi sia il segretario del Partito democratico di Napoli. Non lo so. Sarà una bravissima persona, non lo metto in dubbio e mi farebbe piacere conoscerlo. Ma chi è? Cosa sta facendo per il Pd, per la nostra città, per la nostra area metropolitana?».

Si chiama Massimo Costa, un medico.

«Lo apprendo ora. Fosse stato un nome significativo non avrei posto la questione. Ma il problema è nei contenuti. A livello nazionale la manifestazione di Roma ha avuto certamente il risultato di far riemergere la presenza di un partito in difficoltà anche nell’opposizione. Ma qui il Pd cosa fa? Io non vedo iniziative per coinvolgere il mondo del lavoro, le professioni, la cultura. E mi domando se ci sono i giovani nel Pd di Napoli».

Mancano nella sinistra napoletana i punti di riferimento?

«Al momento Napoli è schiacciata tra il sindaco Luigi de Magistris e il presidente della Regione Vincenzo De Luca. Due persone di sinistra. Napoli dopo Lauro ha sempre bocciato la destra, ma tra i due c’è un forte antagonismo e il Pd, pur avendo il presidente della Campania, non riesce a parlare alla gente».

Lo stesso De Luca attacca a ripetizione il Pd nazionale e locale. A volte lo definisce il nulla.

«Ma lui non è del Pd? Io credo che De Luca abbia fatto molto bene a Salerno da sindaco, ma ora la sua immagine nazionale è devastata».

E come giudica il sindaco de Magistris, ormai in carica da sette anni?

«Per me de Magistris rimane un punto interrogativo. La città ha grandi potenzialità ma funziona male ed è in semi dissesto. Su di lui non riesco ad esprimere un giudizio netto e mi domando cosa farà nei prossimi anni tra elezioni europee e regionali. Io credo che dovrà cercare una sponda nei Cinque stelle, dovrà trovare un’intesa con loro se vorrà davvero puntare alla guida della Regione. E dovrà farlo in un ragionamento che comprenda anche il futuro della città».

E intanto nasce un feeling tra il presidente De Luca e il ministro Matteo Salvini. A metà novembre chiuderanno al teatro San Carlo una convention su legalità e sicurezza. Qual è il suo giudizio?

«Trovo un mostro politico il feeling con Salvini. De Luca non può voltare le spalle al Pd, anche se oggi a Napoli i democratici mancano totalmente».

Ma secondo lei oggi cosa dovrebbero fare i dirigenti napoletani del Partito democratico per recuperare un ruolo politico?

«Qualsiasi iniziativa che coinvolga la gente e quella parte di società che, se sollecitata, potrebbe rispondere».

A chi pensa?

«Penso, ad esempio, all’associazionismo cattolico, ai giovani, al mondo del lavoro. Il Partito democratico, se vuole rinascere, non può farlo con un patto tra i propri vertici interni ma deve ripartire dalla base che sta perdendo».

E dov’è oggi la base?

«Appunto. Io davvero non comprendo questi dirigenti di partito. A Napoli c’è una ricchezza di giovani, una ricchezza culturale. Possibile che non riescano a coinvolgere i ragazzi. E il mondo dell’Università, una risorsa preziosa completamente ignorata dai democratici. Niente. Tutti chiusi nelle loro stanze di partito sempre più piccole e strette a spartirsi qualcosa che con il passare dei mesi e degli anni diventa sempre più piccolo e stretto».