Napoli

Catacombe di San Gennaro il Vaticano chiede 700mila euro

Catacombe, foto Stefano Renna 
Il cardinale Ravasi incontra Sepe: la Chiesa romana vuole metà degli introiti del bene gestito dai ragazzi della Sanità. I giovani: "Pronti a tutto"
2 minuti di lettura
Il cinquanta per cento. Ecco di quale tenore è il "prelievo" che il Vaticano intende applicare, carte alla mano, al ciclo economico virtuosamente messo in piedi nelle Catacombe di San Gennaro e San Gaudioso.

Dietro le felpatissime stanze delle Curie, partenopea e vaticana, oltre le inevitabili prudenze, dietro il linguaggio sedativo di un comunicato che arriva infine dopo finte smentite a confermare che sì, l’incontro c’è stato, ecco la verità del faccia a faccia, ieri mattina, tra il cardinale Gianfranco Ravasi e l’arcivescovo Crescenzio Sepe a largo Donnaregina, come annunciato da Repubblica.

Il Vaticano, attraverso la pontificia Commissione per l’archeologica sacra e il pontificio Consiglio per la cultura entrambi presieduti da sua eminenza Ravasi - si aspetta esattamente tale percentuale dagli incassi degli ultimi undici anni, ad opera dei giovani lavoratori delle Catacombe, cioè dai protagonisti della rivoluzione sociale e culturale sorta intorno alla comunità di don Antonio Loffredo e don Giuseppe Rinaldi.

Cifra contesa: 700mila euro
Chiedono quasi 700 mila euro, un miliardo e 400mila delle vecchie lire. Poco più, poco meno. Si tratta della metà degli incassi della biglietteria (rigorosamente elettronica, a differenza di altre catacombe italiane) contati dall’estate del 2006 al 31 dicembre 2016 - ovvero, un milione e 492mila e 571 euro rendicontati al millesimo dalla cooperativa La paranza, per la "nuova vita" delle Catacombe.
Tensioni che durano da qualche anno.
Richieste alle quali il cardinale Sepe ha sempre avuto il merito di rispondere - da quanto si apprende - con pacata e ragionevole fermezza.

"Rinegoziare la percentuale".
Da Napoli, infatti, è stato opposto il percorso innanzitutto di formazione sociale e culturale, poi di impegno pubblico, che la riapertura delle Catacombe ha significato per la vita di oltre 50 ragazzi. È il Vangelo della cooperazione e della solidarietà che, nel rione Sanità, si è incarnato nella costruzione di percorsi di vita alternativi. Il che non esclude, evidentemente, di dare a Cesare ciò che a Cesare spetta. Ma di «aggiornare, evidentemente, quella percentuale». Non è un caso che ieri dal profilo Fb delle Catacombe, che conta decine di migliaia di affezionati, unicum in Italia. su Fb, uno dei suoi vertici scriva, con uno smile: «Noi pronti a tutto, vi aggiorneremo».

"Qui abbiamo speso di più"
I giovani, a quanto pare, hanno mostrato già schede e bilanci, ai segretari di volta in volta inviati dal Vaticano a riscuotere quei soldi e sempre tornati a mani vuote (peccato che l’ex segretario del cardinale Ravasi fosse inciampato in una storia triste di furti nelle chiese, poi sostituito da monsignor Pasquale Iacobone). «La spesa totale sostenuta delle Catacombe, finora, è arrivata a 2 milioni e 309mila euro», argomentano i ragazzi: quindi, molto superiore all’intero incasso dei biglietti.
Soldi integrati dal sostegno ricevuto sia dal manager Ernesto Albanese con la onlus Altra Napoli, sia dalla Fondazione Con il Sud. Chiaro che pesi più di tutto il costo del personale, per una trasparente corretta gestione: 90 per cento dei ricavi. Da Roma, storcono il naso: «Altrove non si fa così». Perché in effetti altrove chi lavora riceve un contributo da volontario e non un regolare stipendio su cui quei ragazzi, alla Sanità, hanno costruito le loro vite. Un risultato di cui la Chiesa dovrebbe andar fiera? A Napoli sì.

Lo stupore e il silenzio
Il braccio di ferro, ieri, approda a Largo Donnaregina. Sepe accoglie l’arcivescovo Ravasi con un caffè, l’incontro dura due ore e mezza. Cordiale, sembra. Ma il nodo resta sul tavolo. E affiora stupore per la curiosità della stampa. Sepe per proteggere l’ospite fa dire che su, in Curia, non c’è proprio nessuno. Poco dopo, Ravasi sceglie di non attraversare il cortile, infila un ingresso laterale, vola in Stazione poi Vaticano. Nel comunicato che sarà distribuito si annuncia «la determinazione di rinnovare il rapporto di collaborazione attraverso una nuova Convenzione, che tenga conto delle attuali esigenze e consenta una migliore gestione e fruizione delle Catacombe». La chiosa è significativa: «Seguendo gli orientamenti dettati da Papa Francesco». Chissà se si riferiscono al 50 per cento.