Capri, in chiesa la rivincita delle figurine Panini: in 76 per scambiarsi Insigne e CR7
C'era Sergio, un vero e proprio decano, che a sessantasei anni custodisce intatta l'ebbrezza di aprire la bustina alla ricerca della figurina mancante. E c'erano i piccoli: Raffaele, Manuele, Mario, Simone, Valerio, Fabrizio, Karim e tanti altri. Loro hanno dimenticato lo smartphone dedicandosi a quella pratica antica dello scambio delle figurine dei calciatori, feticci intramontabili che resistono, miracolosamente, ai tempi del web. A Capri domenica pomeriggio si sono aperte le porte della chiesa del Santissimo Salvatore, a due passi dalla piazzetta, per inscenare il rito laico targato Panini. Appuntamento alle 15.50, alle 18.30 erano ancora tutti lì, sorridenti, davanti agli occhi di Massimo Lionetti, l'ideatore di una iniziativa che "voleva raccontare alle nuove generazioni come ci divertivamo noi prima dei cellulari, emozionandoci per quella figurina che non usciva mai e poi, come per incanto, eccola qui". Nella chiesa che don Carmine Del Gaudio ha volentieri prestato alla causa ("Si tratta pur sempre di sana socialità") sono arrivati, passando per la reception creata ad hoc, 76 persone per un totale di 45 "mancoliste": si chiamano così, perché il segreto per completare un album è scambiare, "stai fresco se aspettano quei calciatori che ti mancano", sorride Costanzo, a cui ne mancavano quattordici, meticolosamente appuntate sulla lavagna in ardesia.
Missione compiuta, per lui e Gennaro, usciti trionfatori: a quest'ultimo mancava la "maledetta 728" (il trisn dell'Under 21 Valzania-Cutrone-Favilli), fumata bianca e album completato. "Le figurine dei calciatori favoriscono il dialogo tra le generazioni", spiegano gli organizzatori, che già pensano a una seconda edizione. "Le figurine non si estingueranno", dicono convinti Massimo, che ha una merceria a Capri e organizza anche una Super Lega di Fantacalcio, e Roberto, che gestisce una tavola calda. A loro, insieme con Roberto e Marianna, è riuscito un piccolo miracolo: richiamare, nell'era di Facebook e dei social, ragazzini e adulti attorno a una passione senza tempo, che riconduce alla mitica rovesciata di Carlo Parola, una vera e propria icona, o alle figurine introvabili per antonomasia, in primis quella del celebre Pizzaballa (era il lontano 1963/64). Per quella ci sarebbe voluto miracolo, lo sa anche don Carmine.
Foto Andrea Salvia