Napoli

Potenza, legge sui migranti: Regione Basilicata presenta ricorso alla Corte Costituzionale

L'eliminazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari e l'impossibilità dell’iscrizione anagrafica ledono i diritti universali e la competenza delle Regioni
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La legge sui migranti é incostituzionale. Così la Regione  Basilicata si unisce a Piemonte, Umbria, Toscana ed Emilia Romagna per il ricorso  alla Corte Costituzionale contro la legge 132/2018 sulle “Disposizioni in materia di protezione internazionale e immigrazione”. 
 
Ad essere contestati sono soprattutto l'articolo 1 “Disposizioni in materia di permessi per motivi umanitari” e l'articolo 13 in materia di iscrizione anagrafica. Lo rende noto il Coordinamento politiche migranti della Regione Basilicata. 
 
“Il ricorso - spiega il coordinamento - verte sulla incostituzionalità di tali norme. L'eliminazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari e la possibilità di rinnovo riduce, in molti casi cancella, il diritto dei migranti all’assistenza sociale e sanitaria e impatta con i diritti universali dell'uomo e sulle competenze delle Regioni garantite dall’art. 117 della Costituzione. 
 
Nel ricorso - continua il coordinamento - si fa riferimento anche alla incostituzionalità dell’articolo 13, comma 2, in materia di domiciliazione e iscrizione anagrafica, in quanto si prevede che il permesso di soggiorno non consenta più l’iscrizione anagrafica il che preclude ai migranti le misure per l’assistenza, la formazione professionale, la salute, il lavoro, l'istruzione. Le norme sopra richiamate sono lesive dell’autonomia regionale e degli enti locali garantita dalla Costituzione".
 
In Basilicata, secondo i dati del coordinamento politiche per i migranti, risiedono oltre 24 mila stranieri, dei quali 2900 frequentano le scuole. Nel 2018 oltre 44mila migranti, di cui 22000 assistenti domiciliari, hanno lavorato in Basilicata. Attualmente sono 1650 i richiedenti asilo ospitati in oltre 100 strutture e 80 Comuni hanno chiesto di accoglierli. A luglio del 2018 erano occupati nelle strutture di accoglienza oltre 700 giovani lucani.