Raid in piazza Trieste e Trento, le immagini della “stesa” di camorra a due passi dalla prefettura e da piazza del Plebiscito. Nel video registrato martedì notte dalle telecamere di sorveglianza del bar Monidee si vedono i dipendenti del locale uscire alla chiusura poco prima delle due di notte. Sembra una notte normale.
Poi qualcosa attira la loro attenzione e in tre si voltano verso destra. Passano pochi secondi e si vede la scia luminosa dei proiettili che si abbatte sulla vetrata del gazebo esterno. Uno dei tre dipendenti abbassa d’istinto la testa. Ma ancora non hanno chiaro quello che è accaduto. Non scappano, si guardano in giro un po’ confusi.
Poi si avvicinano al vetro infranto e capiscono di aver rischiato di morire. «Hanno sparato raffiche ad altezza d’uomo, poteva essere una strage. Poco prima un gruppo di clienti era seduto ai tavolini e i miei dipendenti stavano andando via quando è iniziato il raid. Anche loro potevano essere colpiti da una pallottola vagante».
Antonio Visconti, proprietario con Gennaro Pelliccia, del Monidee, uno dei due bar colpiti ripercorre i momenti drammatici del raid: “Non abbiamo mai ricevuto richieste dal racket delle estorsioni o minacce di alcun genere. Quello che è avvenuto è figlio della mancanza di controlli in questa città e dell’illegalità diffusa che regna. Vi rendete conto che siamo in piazza Trieste e Trento? Che lì a due passi c’è la prefettura?”.
L’imprenditore chiede interventi per garantire la sicurezza di una piazza frequentata da turisti e napoletani fino a tarda notte e lancia un appello per costituire un comitato dei commercianti dell’area: «Le istituzioni litigano a discapito della città, noi ci dobbiamo unire. Di certo non andrò via, ma il nostro grido di allarme deve essere ascoltato. Incontriamoci, avviamo un tavolo aperto a tutti per salvaguardare questa piazza. Fondiamo un comitato composto dai commercianti che possa avanzare proposte e parlare con una unica voce per arginare i fenomeni criminali”.
Poi qualcosa attira la loro attenzione e in tre si voltano verso destra. Passano pochi secondi e si vede la scia luminosa dei proiettili che si abbatte sulla vetrata del gazebo esterno. Uno dei tre dipendenti abbassa d’istinto la testa. Ma ancora non hanno chiaro quello che è accaduto. Non scappano, si guardano in giro un po’ confusi.
Camorra a Napoli, il video della sparatoria in piazza Trieste e Trento
Poi si avvicinano al vetro infranto e capiscono di aver rischiato di morire. «Hanno sparato raffiche ad altezza d’uomo, poteva essere una strage. Poco prima un gruppo di clienti era seduto ai tavolini e i miei dipendenti stavano andando via quando è iniziato il raid. Anche loro potevano essere colpiti da una pallottola vagante».
Antonio Visconti, proprietario con Gennaro Pelliccia, del Monidee, uno dei due bar colpiti ripercorre i momenti drammatici del raid: “Non abbiamo mai ricevuto richieste dal racket delle estorsioni o minacce di alcun genere. Quello che è avvenuto è figlio della mancanza di controlli in questa città e dell’illegalità diffusa che regna. Vi rendete conto che siamo in piazza Trieste e Trento? Che lì a due passi c’è la prefettura?”.
L’imprenditore chiede interventi per garantire la sicurezza di una piazza frequentata da turisti e napoletani fino a tarda notte e lancia un appello per costituire un comitato dei commercianti dell’area: «Le istituzioni litigano a discapito della città, noi ci dobbiamo unire. Di certo non andrò via, ma il nostro grido di allarme deve essere ascoltato. Incontriamoci, avviamo un tavolo aperto a tutti per salvaguardare questa piazza. Fondiamo un comitato composto dai commercianti che possa avanzare proposte e parlare con una unica voce per arginare i fenomeni criminali”.