Napoli

Napoli, Stefania Sandrelli: "Il mio film con de Notaris sulla città post terremoto"

Stefania Sandrelli 
L'attrice: "Giro la pellicola tratta dal romanzo di Marone. In futuro vorrei essere diretta da Garrone e Martone, li adoro"
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"Guarda, oggi c'è po' di foschia, sennò si vedeva Capri. Che meraviglia. Il caffè? Un altro? No, non lo prendo. Aggià durmì". Stefania Sandrelli si rilassa nel suo albergo sul lungomare e parla un po' in napoletano. L'attrice è reduce da una giornata di riprese sul set "La tristezza ha il sonno leggero", tratto dal libro di Lorenzo Marone (che farà un cameo nel ruolo di se stesso), prodotto dalla Mad di Luciano Stella, diretto da Marco Mario de Notaris. La diva dallo sguardo sorridente, 72 anni, dà il volto a Renata, la madre democristiana di Erri (de Notaris), "a 40 anni spiantato senza ambizioni". Erri andrà a vivere in una comune punk anni '80, ricostruita in un palazzo del '700 in via Santa Lucia, appartenuto a Maria Clotilde di Borbone, dagli scenografi Renato Lori e Gilda Cerullo. Fotografia di Francesca Amitrano, costumi di Daniela Salernitano. Cinque settimane di riprese. Ieri è iniziata la terza.

Signora Sandrelli, torna a girare a pochi passi dal mare. Dopo il il film di Muccino, ad Ischia, "A casa tutti bene", un'altra famiglia allargata in una Napoli di fine anni '80.
"Renata mi ricorda anche me, è una donna della mia età, ma con qualche gioiello in più, un po' più sfacciata: cchiù napulitana. Di famiglie allargate al cinema m'intendo. Marco Mario è bravo. Farei già un secondo film con lui".

Oramai lei parla un po' napoletano, come il suo personaggio nel film...
"Beh, vive da trent'anni a Napoli. Nella commedia non parlo napoletano, ma qua e là però qualche frase la dico...".

De Notaris ambienta la storia nella notte della caduta del muro di Berlino, il 9 novembre 1989. È una Napoli post terremoto, buia, democristiana con una borghesia indifferente.
"Renata incarna Napoli. Questo momento storico la manda fuori di sè: queste cose che ho vissuto anche io".

Anche lei è stata della Dc?
"C'era poco da scegliere. O eri del Pci, o eri della Dc. E bastava poco per scegliere la Dc. C'era un dualismo totale... In ogni caso oggi la situazione politica è peggiorata. Questi politici qua sono proprio "fetenti". Salvini è ancora al potere come Andreotti e Berlusconi. A volte mi chiedo: se questa parentesi politica non finisce, cos'altro ci aspetta, il fascismo?"

Napoli sta vivendo una sorta di nouvelle vague, un po' come negli anni '60.
"Napoli, come tutte le città del Sud, è un luogo ideale per i film. A partire dalla luce. Le albe e i tramonti. Devo dire poi che film e serie come "Gomorra" mi sono piaciuti tanto. Amo pazzamente il film di Garrone, sono rimasta a bocca aperta. È tra De Sica e Bergman. Garrone mi ricorda un po' Pietro Germi con il quale ho iniziato in "Divorzio all'italiana". Il regista che più ho affrontato perché io ero giovane e inesperta, lui mi sgridava se mi distraevo sul set e andavo a prendere un gelato. Mi ha insegnato come si sta su un set. Così come Scola mi ha insegnato l'affetto quando piansi perché sul set de "La terrazza" non riuscivo a mangiare per la ventesima volta il riso al sugo...".

Vorrebbe essere diretta da Garrone? E con chi altro lavorerebbe?
"Garrone subito, ma anche Mario Martone. Straordinari il suo film "Morte di un matematico napoletano" e le atmosfere de "Il giovane favoloso" con Elio Germano, un altro grande. Poi apprezzo tanto gli attori napoletani, quelli che con cui sto lavorando ora sul set: Marzio Honorato che mi aiuta un po' con il napoletano, la bravissima Serena Rossi. E poi mi piacciono Toni Servillo e Vincenzo Salemme. Carlo Buccirosso, ho adorato il film "Ammore e malavita" dei Manetti Bros, che ho visto ad Ischia con una grande Gerini che recita in napoletano. Che estro e originalità, quel film... Difficile che un napoletano non sia bravo. Ero amica di Massimo Troisi, ricordo il suo sorriso e il suo affetto. Quest'amore per Napoli nasce da Eduardo. Appena trasferita da Viareggio a Roma, andavo sempre a vederlo al Quirino, da sola".

Ha girato già altre volte a Napoli: che ricordi ha?
"Con il regista Manuel de Oliveira andavamo a mangiare alla "Bersagliera", ma ho anche ricordi brutti, che tengo per me...".

La sua è una carriera eccezionale. È stata diretta dai maestri, da Bertolucci a Comencini a Monicelli. Ha rimpianti?
"Nessuno mi fatto rimpiangere il precedente. Ma avrei voluto fare "il Giardino dei Finzi Contini" e "La ragazza di Bube".