Napoli

Inaugurata all'Ermitage la mostra "Pompei. Dei, uomini, eroi"

Da sinistra, Francesca Lavazza, Pasquale Terracciano, Paolo Giulierini e Michail Piotrovsky
 
L'allestimento comprende pezzi provenienti dal Mann e dal Parco archeologico di Pompei. Giulierini: "Un evento epocale"
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Si è inaugurata all’Ermitage di San Pietroburgo “Pompei. Dei, uomini, eroi”. Si tratta della più grande mostra mai realizzata Russia dedicata a Pompei e alle altre città vesuviane, con duecento opere provenienti dal Museo archeologico nazionale di Napoli e dallo stesso Parco archeologico di Pompei. L’allestimento è frutto di una collaborazione tra i tre istituti culturali.
 
Al taglio del nastro, alla presenza dell’ambasciatore italiano in Russia Pasquale Terracciano, hanno partecipato Michail Piotrovsky e Paolo Giulierini (direttori rispettivamente dell’Ermitage e del Mann), con Luana Toniolo (archeologa in rappresentanza del Parco archeologico di Pompei), Maurizio Cecconi (ad di Villaggio Globale International, che ha supportato l’organizzazione della mostra) e Irina Artemieva (direttore di Ermitage Italia).

Presente anche Claudio Marchisio ex centrocampista della Juventus, ora in forze allo Zenit San Pietroburgo, in veste di “Brand Ambassador” per Lavazza (che sostiene la mostra nella figura di Francesca Lavazza, membro del Cda).
Claudio Marchisio (a sinistra), con Francesca Lavazza e Paolo Giulierini 

L’allestimento è stato predisposto nelle ampie sale dell’edificio “Manege” del Piccolo Ermitage. Nel corridoio sopraelevato inoltre, sono esposti per l'occasione documenti storici - foto ottocentesche, stampe antiche, volumi e acquarelli - su Pompei e gli scavi in corso a quel tempo.

Accanto, una selezione di 70 opere del museo russo, in gran parte mai esposte prima d’ora e conservate nei depositi. Si tratta per lo più di doni, come nel caso della statua di "Bambino con un uccellino” (un marmo alto 65 centimetri) o della “Bilancia a stadera con un busto di Caligola”, rinvenuti a Pompei nel 1845 e nel 1846 alla presenza di Nicola I e regalati allo zar dal re delle Due Sicilie Ferdinando II di Borbone. 
 
“È in questo stesso luogo che si è tenuta la prima mostra su Pompei in Russia nel lontano 1834  - ha dichiarato Michail Piotrovsky - si esponeva allora un solo dipinto ‘L'ultimo giorno di Pompei’ di Karl Brjullov. Fu un successo clamoroso, fortemente ispiratore  e in merito al quale scrissero anche Puskin e Gogol. Oggi non abbiamo più ‘firme’ simili, ma sono sicuro che anche la mostra che stiamo inaugurando sarà un successo altrettanto straordinario, che darà forti emozioni al pubblico. Siamo grati per questa occasione unica”.
Una parte dell'allestimento 

“Siamo orgogliosi di aver portato per la prima volta una mostra epocale su Pompei all’Ermitage - ha commentato Paolo Giulierini - Si tratta in fondo di quei tesori che determinarono la rinascita del gusto per l'antico, il Neoclassicismo, di cui la mostra di Canova in corso al Mann,  promossa con il Museo Ermitage, dà conto. In questo quadro europeo si deve cogliere pertanto l'operazione culturale che lega Napoli e San Pietroburgo, intimamente connesse anche dalla musica e dall'architettura settecentesca, con sviluppi futuri che vanno ben oltre le esposizioni”.
 
Sull’evento, interviene dall’Italia anche Alfonsina Russo, direttrice ad interim del Parco Archeologico di “Come all’epoca degli Zar, infervorati dalle suggestioni dei ritrovamenti e delle decorazioni delle case pompeiane, anche oggi l’interesse per Pompei travalica i confini nazionali.  Oggi, senz’altro, con una prospettiva scientifica e grazie alla stretta sinergia tra grandi Istituzioni, quali quelle coinvolte per questa grande mostra che dimostrano di essere capaci di diffondere il senso profondo della cultura e della storia italiana e di saper valorizzare gli aspetti più artistici, a volte quelli meno conosciuti, di una civiltà che ci ha rappresentato e condotto al presente”.