Il post allucinante del parroco di San Marino: "Se un prete sente necessità fisiche lo faccia con un animale"

Il suo post contro gli atti di pedofilia della Chiesa è divenuto un boomerang e Don Marco Scandelli, parroco di Borgo Maggiore, ha scatenato una vero putiferio social.

Il post allucinante del parroco di San Marino: "Se un prete sente necessità fisiche lo faccia con un animale"

Don Marco Scandelli, parroco di Borgo Maggiore, cercando di esternare il proprio orrore per i preti pedofili che minano la solidità della Chiesa Cattolica, ha finito per sollevare un vero putiferio: il suo post su Facebook racchiude delle sfumature agghiaccianti.

“Capisco che un prete possa avere un cedimento, che la solitudine per un sacerdote è come una voragine, sopratutto a causa della cattiveria di altri, (poche mele marce) sarcedoti che ragionano come il mondo, e sono gelosi, serpi velenose. Capisco tutto e scuso tutto, ma se un prete ha delle necessità fisiche si trovi una una donna o un uomo consenziente e maggiorenne. Al limite anche un animale”. Il ministro di culto ha sottolineato che son sempre peccati ma che comunque non scandalizzano, traumatizzano, e non deviano innocenti. Violentare un animale è un atto che del resto rientra nella nostra quotidianità.

La polemica è esplosa come una bomba, investendolo, e Don Marco si è visto costretto a pubblicare un nuovo post per cercare di difendersi dalle accuse: ha affermato che gli hanno fatto dire cose che mai ha pensato, che hanno distorto un paradosso con il quale voleva far capire il suo disgusto assoluto per la pedofilia, oltreché per altre aberrazioni.

Il parroco, dopo aver appreso la notizia del prete di Calenzano colto in fragrante con una bimba di dieci anni, voleva far comprendere la propria repulsione per la vicenda utilizzando come extrema ratio il sesso con animali al posto di quello con i prepuberi: in Italia, occorre sottolineare, gli abusi sessuali su animali sono illegali, configurando la fattispecie di maltrattamenti su animali.

Sul tema della zooerastia in Italia non esistono dati ufficiali, secondo Ciro Troiano, criminologo e direttore dell’osservatorio sulle zoomafie presso l’associazione animalista Lega anti vivisezione (Lav), non ci troviamo davanti ad un fenomeno minoritario. Le parole vanno sempre misurate, caro Don Marco

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