Facebook propone un videogioco sulla Seconda Guerra Mondiale: giusto proporlo ai più giovani?

Il videogioco è da classificare come violento? Di sicuro è molto semplice da trovare su Facebook per iniziare a giocarci. Gli esperti dicono che evitare i videogame violenti aiuti a reagire con comportamenti meno aggressivi nella vita.

Facebook propone un videogioco sulla Seconda Guerra Mondiale: giusto proporlo ai più giovani?

Un nuovo gioco, da qualche settimana, sta girando su Facebook: si tratta di “Call of War” (in italiano significa “Dichiarazione di Guerra”). Parliamo di un videogioco, ispirato alla Seconda Guerra Mondiale, in cui i giocatori devono regnare sulle nazioni così com’erano costituite nel periodo più buio della storia umana.

Chi gioca ha il compito di costruire le proprie città, espandere i confini del proprio Stato, gestire le proprie finanze, allacciare rapporti con altri governanti, spiare i propri nemici, creare forti alleanze, e costruire potenti eserciti da preparare in vista di una dichiarazione di guerra.

Si deve imparare a simulare la propria supremazia: infatti, i giocatori vengono forniti di una mappa storica sulla quale pianificare la propria strategia,e dalla quale poter partire per dare i propri ordini e guardare i propri eserciti muoversi in tempo reale.

In questo gioco di dichiarazioni di guerra, ciò che eccita e che fa crescere la voglia di giocare è la possibilità di avere anche un progresso tecnologico.

Ai giocatori viene data la possibilità di scegliere con quale armamentario iniziare il gioco, perfezionandolo man mano, rafforzando i propri punti di debolezza, e migliorando la propria strategia individuale. Si può scegliere in che modo scontrarsi con i propri oppositori, stabilendo la propria superiorità aerea, conquistando terre con battaglie di fanteria, bombardando spiagge dove si trovano i rifornimenti navali e le flotte nemiche, o dominando con l’aiuto di armi potenti quali bombe nucleari o razzi V2 (con qualsiasi mezzo sia possibile fare una “Dichiarazione di Guerra”).

Da tanti anni, psicologi e pedagogisti studiano gli effetti dell’utilizzo di videogames violenti sulla formazione dei più giovani. In particolare, si discute sulla durata degli effetti, domandandosi se si può parlare di effetti transitori (legati al post-utilizzo del videogioco), oppure siamo di fronte a degli effetti negativi che si protraggono nel tempo.

Le ricerche e gli esperimenti fatti in passato si sono soffermati esclusivamente sugli effetti di un’unica sessione di gioco. Oggi, invece, i ricercatori preferiscono portare avanti uno studio su un periodo più lungo, al fine di fornire prove sperimentali che dimostrino come gli effetti negativi dell’utilizzo di videogames violenti sono cumulabili nel tempo.

Il risultato delle ricerche è stato, come ipotizzato, che le persone che usano videogames violenti per tre giorni consecutivi hanno poi mostrano comportamenti aggressivi e aspettative ostili che aumentavano giorno dopo giorno. Viceversa, coloro che utilizzano giochi non violenti non hanno mostrato cambiamenti significativi nell’aggressività o nell’ostilità verso gli altri.

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