Alessandro Huber, segretario provinciale del Pd (membro dell’Assemblea nazionale del Partito Democratico, presidente nazionale dell’associazione di promozione sociale Deina e vice-presidente di Deina Trentino-Alto Adige a Bolzano), ha innescato una polemica che sta ulteriormente incendiando la canicola estiva.
L’atleta italo-africana Daisy Osakue, come è ben noto, è stata vittima di una aggressione a Moncalieri, in provincia di Torino: l’evento, che non si crede riconducibile ad una matrice razziale, è stato immediatamente strumentalizzato dalla sinistra per accusare nuovamente Matteo Salvini.
La discobola azzurra si trovava per strada quando alcuni ragazzi le hanno lanciato delle uova che l’hanno disgraziatamente colpita in un occhio: “Credo che non cercassero me ma più in generale una ragazza di colore. In quella zona ci sono molte prostitute di origine africana, probabilmente volevano colpire una di loro per fare una bravata” . Occorre sottolineare che al lancio non sono seguite alcune minacce xenofobe e che la banda delle uova aveva già colpito precedentemente pensionati e donne a Moncalieri.
Alessandro Huber ha pubblicato un commento sulla sua pagina Facebook decisamente scioccante in merito: lo screenshot delle parole del piddino è stato pubblicato da Massimo Bessone, segretario leghista alto atesino. Nel post si vede la fotografia della Osaku sovrastata dal pensiero di Huber: “Aggredita e malmenata a Moncalieri, colpa? Negritudine. Ma va tutto bene, tranquilli ora ci pensa Salvini”. A seguire il commmento incriminato: “Sì, è ora di dirlo. Ogni aggressione è da lui legittimata con il suo sproloquio fascista e la sua incitazione all’odio. Se ne prenda la responsabilità, da mussoliniano dovrebbe imparare dal maestro: si finisce a testa in giù poi però”.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, di ritorno dalla Casa Bianca, ha telefonato a Daisy Osakue. Gli inquirenti stanno verificando le circostanze, la giovane al telefono col capo del governo non ha potuto confermare il movente razziale. Conte ha espresso la solidarietà anche a nome del governo.