Il presidente autoproclamato del Venezuela, Juan Guaidò, ha lanciato un monito a Nicolas Maduro. Tensione nelle zone di confine.
CUCUTA (COLOMBIA) – Juan Guaidò è pronto a fare rientro in Venezuela. Il leader dell’opposizione al regime bolivariano, attualmente in Colombia per dirigere la consegna degli aiuti internazionali, ha affermato: “Se oseranno imprigionarmi ci sarà una risposta senza precedenti, sia della gente che della comunità internazionale“. Così l’autoproclamato presidente venezuelano ha replicato alle voci che lo vorrebbero tratto in arresto. Poi, nell’intervista rilasciata a Ntn24, Guaidò ha aggiunto: “Un detenuto non serve a nessuno, ma nemmeno un presidente esiliato. Il mio dovere è di stare a Caracas nonostante i rischi“.
Il ringraziamento a Trump
Il presidente proclamato dall’Assemblea Nazionale ha poi rivolto un ringraziamento al capo della Casa Bianca: “Presidente Donald Trump, la ringraziamo per il suo fermo sostegno al ritorno della democrazia in Venezuela. Continuiamo con il coordinamento internazionale al fine di ottenere la pressione necessaria per la cessazione dell’usurpazione e la conquista della libertà nella nostra nazione“.
Il gruppo di Lima
Lunedì scorso, a Bogotà in Colombia, si è svolta la riunione del cosiddetto “gruppo di Lima”, l’organizzazione che riunisce 14 stati americani (tra cui Stati Uniti, Brasile e Argentina) creata nel 2017 per fronteggiare la crisi in Venezuela. La richiesta di Guaidò è quella di invitare la comunità internazionale a aumentare la pressione nei confronti di Maduro.
Scontri e tensioni
Nel frattempo, continuano le violenze soprattutto nelle zone di confine del Venezuela, dove i tentativi di far entrare gli aiuti umanitari sono stati contrastati dai militari e dai gruppi irregolari chavisti. Alla frontiera con il Brasile si contano almeno 25 gol.