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"Full Monty" per gli operai Alcoanudi a piazza San Marco per protesta

Striptease di protesta in piazza San Marco per 7 operai Alcoa. Show alla Full Monty in occasione del Carnevale, giovedì nuovo corteo a Roma. Lo show alle 21. E giovedì un altro corteo a Roma

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Immagine di repertorio di uno spettacolo 
MESTRE.  Giovedì di nuovo a Roma per manifestare contro i continui «no» della multinazionale dell’alluminio a Roma. Lo ha deciso ieri l’assemblea generale dei dipendenti dell’Alcoa, riunita dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil nello stabilimento di Fusina che chiedono al governo di chiudere, una volta per tutte, la partita sulle tariffe energetiche con la multinazionale di Pittsburg, oppure «espropriare e commissariare» gli stabilimenti italiani e poi venderli a nuovi imprenditori decisi a fare «una vera politica industriale e non una mera speculazione sulla pelle dei lavoratori». Ma nel calendario di lotta delle tute blu dell’Alcoa non ci sono solo la tradizionale manifestazione di piazza, stavolta si metteranno sul serio «in mutande» per difendere e ridere senza ritegno, come si può fare solo a carnevale, anche di una cosa seria come il posto di lavoro e il dramma di chi rischia di perderlo.

Lo show di oggi. L’intento di un gruppo di operai dell’Alcoa di Fusina - gli «Alluminio dream men» - d’accordo con il Comune, è di esibirsi stasera poco dopo le 21, prima dell’inizio dello spettacolo (l’Arlecchino di Ferruccio Soleri) inaugurale del carnevale veneziano, in piazza San Marco. Lo show senza pretese ma tanta passione si rifà a «Full Monty» - il celebre film degli «squattrinati e organizzati» metalmeccanici inglesi che fanno lo striptease - e sarà portato in scena da Dario Simionato (operaio dell’Alcoa e ideatore dell’iniziativa), insieme ai suoi coraggiosi compagni di lavoro che balleranno e si spoglieranno sul palco di piazza San Marco, dopo il previsto saluto al popolo del carnevale veneziano, del sindaco Massimo Cacciari. «Sul palco montato in piazza saliremo in sette, tutti operai dell’Alcoa compresi due immigrati di colore che lavorano con noi da anni - ha raccontato Dario, poco prima della prova generale che si è tenuta ieri sera in fabbrica a Fusina, previa visione integrale e obbligata del dvd di «Full Monty». «Andiamo sul palco - aggiunge Dario - per sorridere, tutti insieme, su un tema serio come il posto di lavoro, e lo faremo noi dell’Alcoa ma a nome di tutti i lavoratori veneziani, italiani e del mondo intero». Di più Dario non dice, ma assicura che lo «spogliarello» ci sarà e alla fine resteranno tutti in mutande, slip per gli italiani e mutandoni per gli immigrati.

Si sfileranno elmetto e tuta blu dopo aver mostrato al pubblico cartelli che ricorderanno le decine di crisi o vertenze aziendali aperte a Venezia e in provincia: dall’Alcoa, naturalmente, a Speedline, Pansac, Fincantieri e le industrie chimiche. «Il nostro intento è di ridere e far ridere, ma anche di mandare un messaggio preciso indirizzato a manager e amministratori delegati delle aziende - conclude Dario -, un messaggio che dice: attenzione, se c'è la crisi e si fanno meno profitti, accontentatevi invece di prendervela con noi operai mettendosi in mutande su una strada dall'oggi al domani».

Cassintegrazione. Per il momento l’annunciata messa in cassa integrazione dei lavoratori del Primario (114) - prevista da Alcoa a partire da oggi - non è partita. Ci sono sufficienti materie prime - come ha confermato il direttore, Celso Soares, prima di essere contestato, l’altro ieri, dai lavoratori durante un incontro aziendale - per continuare a produrre almeno fino all’11 febbraio, data del nuovo vertice fissato al ministero dello Sviluppo per sapere se Alcoa accetta o no le tariffe elettriche scontate e continuerà a produrre in Italia.
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