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In slip contro i tagli alle borse di studio

Clamorosa protesta, ieri sotto il ponte di Rialto, con un gruppo di studenti che si è spogliato tra i passanti incuriositi

di Vera Mantengoli
2 minuti di lettura

VENEZIA. Rimasti in mutande, ma non per scherzo. Ieri pomeriggio, ai piedi del Ponte di Rialto, un gruppo di studenti ha realizzato un flash mob di qualche minuto rimanendo in slip in mezzo ai passanti come segno di protesta contro il taglio alle borse di studio. La temperatura era di pochi gradi, ma i giovani hanno resistito pur di mostrare come, secondo loro, il Governo li stia lasciando in mutande, calpestando ancora una volta il diritto allo studio. «Secondo le nostre stime, non ancora definitive», afferma Ilaria Gervasoni, portavoce degli studenti dell’Udu (Unione degli Universitari), «se il decreto dovesse passare più del 40% degli attuali idonei nazionali alle borse di studio si ritroverebbe completamente in mutande, appunto. A oggi in Veneto più del 50% degli studenti non ha ancora visto nemmeno un euro di borsa».

L’azione simbolica ha voluto così richiamare l’attenzione su un decreto proposto dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo che, proprio questa mattina, verrà illustrato a Roma, in occasione di un incontro tra Stato e Regioni. «Il problema è grave», ha spiegato, «e non se ne è parlato abbastanza. Il consigliere del Pd Piero Ruzzante ha chiesto a Elena Donazzan e a Luca Zaia di rimanere a fianco degli studenti. La Donazzan ha detto che leggerà a fondo il decreto, ma Zaia non ha risposto e l’ultimo comunicato che abbiamo visto sul sito della Regione era sul prosecco. Capiamo che sia importante, ma vorremmo più attenzione». Ieri, sulle 14.30, il gruppo si è dato appuntamento sul ponte di Rialto, ma si è dovuto spostare in quanto le Forze dell’Ordine hanno comunicato che le manifestazioni sul Ponte non sono permesse. Il cambio programma si è comunque rivelato fortunato in quanto lo spettacolo ha attirato l’attenzione di chi guardava il Canal Grande, in direzione Accademia, e dei turisti che affollavano il passaggio. I ragazzi, nel giro di qualche secondo, si sono spogliati, disegnandosi il simbolo dell’Udu sul corpo con un pennello rosso. Muniti di megafono hanno iniziato a elencare i motivi della protesta che, in contemporanea, veniva realizzata a Cagliari, a Bologna e a Padova. Il decreto prevede la modifica dei parametri di reddito per richiedere la borsa di studio: «Non solo vengono modificati i margini per chiedere il reddito, ma al Nord è di 20 mila euro», prosegue la Gervasoni, «al Centro di 16.700 e al Sud di 14.300. Profumo ha detto che il costo della vita è diverso, ma questa è una sua valutazione». Scende inoltre il limite di età a 25 anni: «In un Paese dove ci sono 58mila studenti immatricolati in meno bisognerebbe agevolare lo studio. Una buona metà sono lavoratori che spesso sforano i 25 anni perché lavorano e non perché non studiano, come qualcuno dice al Ministero dell’Istruzione».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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