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Trentenne scomparso da giorni ripescato nel rio di Cannaregio

Ieri mattina alle 10,30 un uomo in barca ha avvistato un cadavere nel canale In tasca aveva i documenti. Giallo sulla morte: non si esclude una caduta

Vera Mantengoli
2 minuti di lettura

VENEZIA. L’acqua lo ha riconsegnato al mondo dopo quasi due settimane di silenzio.
Ieri mattina sulle 10.30 il corpo di Cristian Spinu, il ragazzo rumeno di 26 anni che lavorava all’Hotel Bauer, è riaffiorato in superficie nel Rio di Cannaregio.
Il cadavere è stato avvistato da un uomo che, in barca, stava trasportando viveri nei locali della Fondamenta. Sul posto sono giunti i carabinieri e, dopo poco, i vigili del fuoco che hanno sollevato il giovane, scomparso dal 15 novembre scorso. Gli studenti della scuola Vendramin Corner si sono affacciati alle finestre per quasi tutta la mattinata, incuriositi da quanto stava accadendo. Lo stesso molti passanti che si sono fermati per chiedere informazioni.

La salma è stata appoggiata per terra nel Sotoportego S. Giovanni, a pochi metri dal negozio di alimentari Astolfo, in attesa dell’arrivo dell’anatomopatologo. Il cadavere era irriconoscibile, ma nelle tasche sono stati trovati i documenti che hanno confermato il sospetto iniziale. Nelle ultime due settimane infatti gli amici avevano tappezzato la città con la foto del giovane, sparito dopo aver trascorso una serata nel locale Ai Biliardi di Cannaregio. Da una prima ricostruzione, il giovane sarebbe arrivato nel posto sulle 2.30 in stato alterato, insieme a due amiche. «Si è messo a dormire subito» ha raccontato il gestore S. C. «Quando si è svegliato sulle 4 era tremolante, sembrava infreddolito. Gli ho chiesto se voleva fermarsi a dormire nel locale, ma ha detto di no e se n’è andato. È uscito da solo, le amiche erano già andate via».

Il gestore del locale ieri sera ha tenuto chiuso, in segno di lutto. Sembra che il giovane il giorno dopo avesse un aereo per Londra, ma non si sa cosa sia accaduto dopo che è uscito dai Biliardi. C’è attesa quindi per il nullaosta del pm Raffaele Incardona per l’autopsia: esame che potrebbe dare utili elementi per ricostruire la dinamica della morte. Nel frattempo gli investigatori non si sbilanciano.

Il ragazzo aveva lavorato come aiuto cuoco all’Hotel Bauer ed era stato introdotto nel mondo del lavoro da don Roberto Donadoni. Il parroco di San Moisè aveva lanciato un appello alla trasmissione “Chi l’ha visto?”. «Cristian è un ragazzo solare e aperto, aiutateci a ritrovarlo» aveva detto nel suo appello. «La famiglia si affida a me, aiutatemi a trovarlo».

Ieri è toccato proprio al padre il riconoscimento della salma e il compito terribile di dire alla famiglia che Cristian non c’era più. Il parroco si è chiuso nel silenzio e non ha più voluto parlare. E nessuno parla all’albergo dove il ragazzo aveva lavorato. L’annuncio della scomparsa del ragazzo era stato dato dagli amici il giorno dopo, quando di Cristian Spinu non c’era più traccia.

Da allora le ricerche erano proseguite, gli appelli erano stati condivisi e chi lo conosceva non aveva mai smesso di cercarlo, fino a ieri. L’acqua lo ha tenuto con sé fino a ieri mattina, quando il suo corpo è stato restituito ai suoi cari.

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