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Il ministro Tria a Ca’ Farsetti: «Sbloccare Comitatone e soldi della Legge Speciale»

Colloquio di un’ora con il sindaco: «Grazie per questo segno di attenzione alla città». Subito da spendere 285 milioni

Alberto Vitucci
2 minuti di lettura

VENEZIA. «Convocare subito il Comitatone. E distribuire i 285 milioni della Legge Speciale già stanziati ma non ancora spendibili. Due richieste lanciate nei giorni scorsi all’attenzione del governo. Che il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha subito raccolto. Ieri mattina, in città per il convegno dell’Ocse, Tria ha incontrato a Ca’ Farsetti il sindaco Luigi Brugnaro. Un’ora e un quarto di colloquio sulle questioni che interessano la politica economica del Paese. E le emergenze veneziane. «Siamo onorati di questa attenzione da parte del ministro dell’Economia», commenta il sindaco, «che in un momento così delicato ha trovato il tempio per venirci a trovare. Siamo fiduciosi che anche questo governo dimostrerà per la nostra città l’attenzione adeguata».

Si è parlato di investimenti e risorse che possano far ripartire l’economia veneziana. «In questa fase di discussioni sul debito e gli investimenti non abbiamo chiesto nuove risorse», continua Brugnaro. «Ma abbiamo sollecitato la divisione dei soldi già disponibili».

Una proposta subito accolta da Tria. Anche perché, ha chiarito il responsabile dell’Economia, «si tratta di risorse che vanno a influire sul Pil senza incidere sulla voce del deficit». Oro che cola, nei giorni in cui si parla di come ridurre il deficit di fronte all’Europa per evitare la procedura di infrazione.

I soldi della Legge Speciale sono stati infatti stanziati con la Finanziaria dell’anno scorso dal governo Gentiloni. Ripristinando un meccanismo che era stato interrotto dal 2003, da quando con la Legge Obiettivo tutte le risorse per Venezia erano state dirottate al Mose, bloccando di fatto la manutenzione e il lavoro delle imprese locali che hanno visto calare il loro fatturato in media del 25 per cento. Con gravi contraccolpi sui loro bilanci e molte chiusure di attività.

Soldi disponibili, quelli della Legge Speciale per il 2018. ma non «spendibili». Perché per legge i finanziamenti devono essere ripartiti nella sede prevista, cioè il Comitatone. Il Comitato ristretto previsto dalla Legge speciale del 1984 di cui fanno parte Comune, Regione e ministeri delle Infrastrutture, Ambiente, Beni culturali, Ricerca scientifica.

L’ultimo Comitatone era stato convocato dal ministro Graziano Delrio il 7 novembre 2017. Si era deciso allora di avviare per le grandi navi la soluzione alternativa con le nuove banchine a Porto Marghera e lo studio sullo scavo del canale Vittorio Emanuele. E di stanziare 285 milioni di euro per i restauri e la manutenzione della laguna. 25 milioni per il 2018 da suddividere tra Venezia, Chioggia e i comuni della gronda lagunare. 40 milioni per ogni annualità dal 2019 al 2026. Di questi, la gran parte (circa 200 milioni) spettano al Comune di Venezia. Fondi necessari per la manutenzione. Ma anche per creare lavoro, nei restauri e nel settore dell’edilizia, in crisi perché da almeno 15 anni non ci sono più i contributi per i restauri privati, né i soldi per restaurare gli edifici pubblici.

Insieme ai fondi resi disponibili dal Provveditorato alle Opere pubbliche per la laguna, il Mose e il restauro dell’Arsenale (circa mezzo miliardo di euro)potrebbero rappresentare un punto di ripartenza dell’economia veneziana. Con l’altro fronte delle bonifiche di Marghera, per cui sono state chieste procedure più snelle. Tria si è detto d’accordo. E ha promesso che ne parlerà al presidente Conte. —


 

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