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Cani, gatti e criceti in chiesa. Tessera festeggia Sant'Antonio

Nella piccola chiesa sulla Triestina riesumata la tradizione secolare dedicata agli animali Don Rinaldo: «Una volta nelle campagne si benedivano buoi e cavalli, oggi gli amici dell’uomo»

Laura Berlinghieri
1 minuto di lettura

TESSERA. Una ventina di cani, un criceto e un coniglio. Sono gli animali che sono stati portati ieri pomeriggio dai loro padroni nella chiesa di Sant'Elena e Sant'Antonio Abate a Tessera per la benedizione degli animali, consuetudine che affonda le proprie radici nei secoli riesumata quattordici anni fa. «Dobbiamo celebrare Sant'Antonio, grande amico degli animali. Come dimostra il celebre "fuoco di Sant'Antonio", che veniva curato con il grasso del maiale».

A celebrare la funzione è stato don Rinaldo Gusso, affiancato da don Lionello. «Il ruolo degli animali è cambiato molto nel corso del tempo» ha detto il parroco. «Una volta si benedicevano i buoi, gli asini e i cavalli, perché aiutavano l'uomo per sopravvivere. Ma ora sono stati sostituiti dalle macchine».

Dall'utilizzo in funzione di un beneficio personale e concreto a qualcosa di impalpabile: l'affetto. «Noi diamo molto agli animali, ma sono soprattutto loro a regalare molto a noi, in termini di emozioni e di compagnia» le parole di don Rinaldo, per spiegare il perché di un rito - quello della benedizione degli animali - che prosegue da così tanto tempo.

«Una volta ho visto una capretta che camminava con le sole zampe anteriori» ricorda ancora con Rinaldo. «Allora ho massaggiato quelle posteriori, finché non è riuscita a camminare normalmente. Da quel giorno siamo diventati inseparabili: lei mi seguiva sempre, ovunque andassi. Anche in chiesa».

Presenti alla funzione una sessantina di persone, tra cui tantissimi bambini. Una messa «particolare», spesso interrotta dai guaiti degli animali: beagle, volpini, ma soprattutto tanti bastardini. Al termine della funzione, don Lionello ha proceduto con le benedizioni degli animali: i cani in braccio ai loro padroni, mentre il criceto e il coniglio nella loro gabbia.

Di gatti, invece, neanche l'ombra: «Sapevamo che sarebbe stato pieno di cani, quindi abbiamo preferito lasciarli a casa» ironizza qualcuno. Alla fine della messa, all'esterno della chiesa, due colombe bianche sono state «liberate»: dalle mani di due bambine hanno volato verso il cielo. Tra gli applausi della gente e gli ululati dei loro amici a quattro zampe. —
 

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