In evidenza
Sezioni
Annunci
Quotidiani NEM
Comuni

Il ministro Centinaio: Il ticket a Venezia spenna-turisti. Sì, al numero chiuso senza far pagare

Il ministro Centinaio rincara la dose contro Brugnaro e Comune. «Non vengano da me se la gente andrà altrove» . Il sindaco replica: "Parla, ma non conosce la città. Lo invitiamo qui"

Giulio De Polo
2 minuti di lettura

VENEZIA. Sì al numero chiuso, no alla tassa di sbarco. Il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del Turismo, Gian Marco Centinaio, su questo argomento è perentorio. Un concetto che il senatore della Lega precisa mentre è in attesa di sedersi al tavolo della autorità alla cena per il battesimo a Trieste della nave Costa Venezia, realizzata da Fincantieri.

Ministro, perché è contrario alla tassa di sbarco per i turisti a Venezia ?

«Sì, sono contrarissimo, perché penso che la tassa di sbarco che io chiamerei tassa di ingresso a Venezia, non serva a risolvere i problemi del sovraffollamento che la città vive in questo momento. Credo che questa tassa serva solamente a fare cassa».

Venezia ha 30 milioni di turisti l’anno e questo è i modo che l’amministrazione comunale ha scelto per arginare l’invasione perché una soluzione bisogna trovarla. Lei cosa propone?

«Mettiamo il numero chiuso senza far pagare i turisti che entrano a Venezia. Decidiamo che la città può accogliere al giorno un numero massimo di turisti e oltre a quelli non se ne fanno entrare altri. Invece, facendoli pagare mi sembra che il Comune voglia spennarli un’altra volta. Noi siamo lo Stato che ha la tassa di soggiorno, la tassa di sbarco sulle piccole isole e adesso anche la tassa di ingresso a Venezia».

Carnevale, Brugnaro attacca Centinaio sulla tassa di sbarco


Ma una soluzione deve essere trovata.

«Sì, ma non in questo modo. Così i turisti scappano, non arrivano. Stiamo diventando un Paese turistico repellente».

Cioè, cosa vuole dire ministro Centinaio ?

«Voglio dire che quando i turisti andranno in altre città e in altri Stati anziché venire in Italia, gli amministratori locali non vengano poi a chiedere al ministro Centinaio di fare i miracoli. Così non va».

Venezia rimane sempre un’osservata speciale da parte del Governo e la presenza venerdì a Monfalcone del vicepremier Matteo Salvini e del ministro Centinaio a Trieste ne è la dimostrazione. Lei ha visto la nave Costa Venezia? Le è piaciuta?
 

«Sì, mi è piaciuta l’idea di una nave che possa ricordare ai passeggeri cinesi il gusto italiano, le caratteristiche, i punti di forza del nostro Paese e una città come Venezia. Penso sia un ottimo biglietto da visita perché il mio obiettivo, anzi il mio sogno, è che i turisti cinesi che saliranno su questa nave si godranno un po’ di Italia e di Venezia, e poi avranno magari l’idea di vedere l’Italia vera, di venire a Venezia. Questa nave mi sembra un buon modo per promuovere il nostro Paese».


Quindi un volàno per il turismo?

«Assolutamente sì»

Il ministro ha partecipato alla cena di gala con le autorità locali, dove spiccava l’assenza di un rappresentante dell’amministrazione comunale di Venezia. La bocciatura e la dura presa di posizione del ministro Centinaio sulla tassa di sbarco riapre lo scontro, anche politico, sull’introduzione di questa nuova gabella per il turista a partire da maggio.

In consiglio comunale, martedì scorso, cinque sono stati i consiglieri che hanno votato contro la tassa (M5S e Gruppo misto), Pd e Lista Casson invece non hanno partecipato al voto. 58 gli emendamenti delle opposizioni che sono stati bocciati in aula. Per la minoranza, la tassa ha «regole imprecise e inapplicabili». E poi ci sono le critiche dei residenti, di coloro che vivono tutti i giorni l’invasione della città storica. Non piace a tutti la deroga al pagamento per i residenti del Veneto, soprattutto per i gruppi di giovani che nei weekend frequentano bar e osterie con comportamenti, talvolta, molto sopra le righe. «Sono loro che vengono dalla mattina alla sera, non certo i cinesi», dicono. —


 

I commenti dei lettori