Operazione Jannah: 27enne palermitano tra i fermati «Erano in possesso di materiale inneggiante all’Isis»

Due fermi della polizia nell’operazione antiterrorismo della digos Jannah su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo – Dipartimento per i reati in materia di terrorismo. Il fermo è stato eseguito nei confronti di Giuseppe Frittitta, giovane palermitano di 24 anni, che abita a Bernareggio (MB) e di Ossama Ghafir, cittadino Marocchino di 18 anni, residente a Cerano (No). Sono ritenuti responsabili a vario titolo di reati in materia di terrorismo. A svolgere le indagini gli investigatori della Sezione Antiterrorismo della Digos di Palermo. Frittitta, convertito all’Islam, è gravemente indiziato dei reati di istigazione a delinquere, in quanto ritenuto responsabile di aver pubblicamente fatto apologia di più delitti in materia di terrorismo, condividendo materiale a carattere estremista-jihadista e mantenendo i contatti con soggetti, italiani e non, convertiti alla fede islamica noti per il loro livello di radicalizzazione.

Tali condotte sarebbero state realizzate attraverso i più noti social network, condividendo materiale propagandistico dell’estremismo jihadista e soprattutto dello Stato Islamico (Daesh) sia di tipo documentale (infografie, istruzioni, mappe, vessilli, testi di discorsi estremisti riportanti il simbolo dell’ISIS, e altro) sia di tipo video-fotografico (scene e canti di guerra, immagini di guerriglieri, video di esplosioni e di combattimenti, e altro); materiale di cui, secondo le indagini, si riforniva sia in rete sia ricevendolo da soggetti vicini all’estremismo islamico, residenti su tutto il territorio nazionale, di cui alcuni propugnatori dell’ideologia salafita e della imposizione anche violenta delle regole della Sharia nel mondo occidentale e in Italia in particolare. Il suo fermo è stato eseguito nella provincia di Monza Brianza dagli agenti della Digos palermitana con l’ausilio dei colleghi dell’omologo Ufficio della Questura di quel capoluogo.

L’indagato, secondo quanto emerso finora dalle indagini, ha avviato il proprio processo di radicalizzazione, già nel 2017, iniziando a frequentare un luogo di culto islamico della provincia di Palermo. Successivamente, dopo aver conseguito l’abilitazione alla conduzione di mezzi pesanti, si è trasferito per motivi di lavoro, nelle zone del Nord Italia, dove avrebbe accresciuto il suo livello di radicalizzazione, frequentando assiduamente luoghi di culto della provincia di Monza-Brianza ed intensificando le relazioni di amicizia con Ghafir ed altri soggetti italiani convertiti alla fede islamica, nonché con cittadini stranieri che pongono in essere, riferisce la polizia «condotte che evidenziano forme di estremismo preoccupanti».

Ghafir è ritenuto responsabile dei reati di istigazione a delinquere, con l’accusa di aver istigato Frittitta a compiere delitti contro la personalità internazionale ed interna dello Stato e, segnatamente, i delitti di terrorismo internazionale di cui agli artt. 270-bis ss. c.p., inviandogli attraverso strumenti informatici e telematici materiale di propaganda dello Stato Islamico, informazioni relative ai combattimenti in corso in Siria, canti di guerra, video propagandistici e di combattimenti, vessilli e immagini di guerre, e invitandolo ripetutamente ad addestrarsi per recarsi a combattere nei territori occupati dallo Stato Islamico.Il suo Fermo è stato eseguito nella provincia di Novara dagli agenti della Digos palermitana, con l’ausilio dei colleghi dell’omologo Ufficio della Questura di quel capoluogo.

Agli odierni indagati, inoltre, sono stati contestati i reati di addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale, con l’accusa di essersi addestrati, sia in concorso tra loro che separatamente, per il compimento di atti di natura terroristica. Avrebbero acquisito, anche autonomamente, istruzioni per il compimento di atti di violenza ovvero di sabotaggio di servizi pubblici essenziali, anche rivolti contro uno Stato estero, e in particolare si sarebbero addestrati all’uso di armi, allenandosi per raggiungere una preparazione fisica e militare idonea a combattere a fianco dei miliziani dell’ISIS in Siria o in altre località, attraverso materiale video contenente istruzioni per la partecipazione a tali combattimenti  e anche con lo studio di tecniche di guerriglia e materiale relativo ad azioni di martirio con le tecniche dei kamikaze.

Eseguite anche diverse perquisizioni domiciliari, disposte dalla Procura della Repubblica di Palermo, nei confronti degli odierni indagati e di altri soggetti, al fine di ricercare materiale di propaganda di azioni di natura sovversiva e/o eversiva.


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