Il padre dell’agente Agostino a Salvini: «Tieni duro» Polemica sui social. «Assurdo doversi giustificare»

Occhi dentro occhi, una pacca sulla spalla e poi quella frase, quasi sussurrata – «tieni duro» – che ha scatenato immediatamente le reazioni di alcuni utenti che sui social hanno criticato questa esternazione. Perché a rivolgerla a Matteo Salvini, in Sicilia per sostenere i candidati della Lega in vista del voto di domenica per le amministrative, è stato Vincenzo Agostino. Proprio lui, il papà dell’agente Nino Agostino, ucciso insieme alla moglie Ida Castelluccio il 5 agosto 1989 dai killer di Cosa nostra. Ma cosa c’entra lui, da trent’anni insieme alla moglie Augusta simbolo di quella instancabile ricerca di verità e giustizia, con il tour politico di qualsivoglia esponente di partito? Nulla. L’episodio infatti è da contestualizzare. Ennesimo strascico, forse, di una decisione, quella del vicepremier, di arrivare in Sicilia di 25 aprile, nel giorno della commemorazione della liberazione dell’Italia dal fascismo, che aveva già da sola innescato aspre polemiche. Tutto è avvenuto a Corleone, dove il leader del Carroccio si è recato per inaugurare, insieme al questore Renato Cortese, alla prefetta Antonella De Miro e al capo della polizia Franco Gabrielli, la nuova sede del locale commissariato di polizia, con tanto di scopertura targa in memoria delle vittime uccise dalla mafia. Una circostanza che, quindi, giustifica, semmai ce ne fosse stato bisogno, la presenza di un personaggio come Vincenzo Agostino in quel luogo e in quella occasione, ieri. «Veniva inaugurato un commissariato della polizia di Stato, quella stessa polizia di cui mio figlio faceva parte e quello stesso Stato per cui è morto», ha detto lo stesso Vincenzo Agostino, basito di fronte alle polemiche.

La frase è passata per un’infelice esternazione, complice anche un certo giornalismo che ha lasciato intendere che quell’incoraggiamento di Agostino a Salvini fosse di natura politica. «Non voglio parlare di questo modo di fare informazione – dice subito una delle figlie di Vincenzo Agostino, Nunzia -. Si parlava di contrasto alla mafia, non di politica» ha ribadito, sulla scia di quanto chiarito già dal padre. Tanta l’amarezza lasciata da questo episodio, seppur marginale e subito chiarito, soprattutto a dispetto di quello che in trent’anni quest’uomo ha finito per rappresentare, insieme alla sua famiglia. «Tutti dovrebbero conoscere la portata umana di un uomo di cui sono infinitamente orgogliosa, mio padre. E senza fermarsi al titolo “sensazionale” di giornalini dovrebbero sapere che è un uomo che da 30 anni chiede giustizia e verità per il figlio, la nuora e il nipotino uccisi davanti agli occhi di tutta la famiglia – ribadisce Nunzia Agostino -. Un uomo che in questi ultimi 30 anni ha girato, insieme alla moglie morta due mesi fa, l’Italia per parlare ai giovani di legalità e giustizia. Un uomo che ha bussato parecchie volte alle porte di chi ci ha governati, continuando a farlo anche se qualche volta qualcuno li ha umiliati non facendoli accomodare. Un uomo che continua ad avere fiducia in uno Stato che non ha mai saputo soddisfare la sua sete di giustizia».

«Quello che mi ferisce di più? – spiega a questo punto Nunzia – I commenti di certa gente piccola di pensieri che manifesta odio sul web venendo meno ad un diritto sancito dall’articolo 21 della costituzione: la libertà di parola. Odio e veleno sul web, a questo si riduce la loro opposizione all’attuale ministro degli Interni? Mio padre si è rivolto a lui così come ha fatto con chi ha preceduto Salvini nello stesso incarico. Nessuno ha saputo fornire risposte ad un padre che a testa alta ha sempre chiesto giustizia a chiunque sia preposto a darla, senza mai perdere fiducia nelle istituzioni . Questo ha fatto mio padre in tutti questi anni insieme a mia madre, ha trasformato un grande dolore in forza, trasmettendo fiducia a chi ha voluto ascoltarli. Tra questi tanti giovani che hanno bisogno di esempi costruttivi lontani da pensieri così vicini all’odio e alla violenza. Questo ha fatto mio padre senza mai incitare nessuno all’odio, chi invece scrive certe cattiverie sarebbe capace di farlo?». In un clima in cui ci si ritrova a doversi giustificare per una frase rivolta a quello che, a dispetto di tweet e selfie, resta il ministro dell’Interno.

E anche sul web c’è poi ha preso le difese di Agostino, sentendosi offeso dalla presunta strumentalizzazione. «Vi sembra giusto che un uomo come Vincenzo Agostino a 82 anni debba giustificarsi per una frase? – si interroga, tra i tanti, anche il palermitano Giovanni Perna -. Vi sembra giusto che c’è gente che ormai debba infilare la politica ovunque perché ossessionato dalla stessa, facendo male a un uomo, a un padre, che ha sempre avuto un alto senso dello Stato e delle istituzioni. Anche se le istituzioni negli anni gli hanno voltato le spalle, in quel momento Vincenzo stava parlando ci piaccia o no con il ministro degli Interni, quindi? E allora? Tutti questi che criticano che hanno il senso dello Stato a gettoni, a simpatia».


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