Palermo

Trapani, trent'anni senza Mauro Rostagno: la città gli rende un saluto unanime

Il presidente di Saman: "Ci siamo ritrovati con tante amministrazioni di correnti politiche diverse strette attorno a noi dell'associazionismo, questo è uno straordinario segnale di cambiamento"

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Trent'anni senza Mauro Rostagno ma la città non dimentica il sociologo e giornalista torinese, ucciso dalla mafia, che diceva "Io sono più trapanese di voi perché ho scelto di esserlo". Trapani, Valderice, Palermo, Torino e Trento, non hanno dimenticato la traccia impressa da Mauro Rostagno ma neppure la sera del 26 settembre del 1988 quando il giornalista venne assassinato dentro la sua automobile a Lenzi, a pochi passi dalla comunità Saman. Se quel giorno di trent'anni fa il consiglio comunale di Trapani non ritenne di dover interrompere i lavori d'aula in segno di lutto nei confronti del giornalista che quotidianamente dalla locale emittente televisiva Rtc denunciava mafia e affari mafiosi, oggi la partecipazione delle Istituzioni e dei sindaci dei comuni del trapanese, insieme alle associazioni, alle scuole e a tanti cittadini, è stata unanime.

"Oggi - dice Gianni Di Malta, presidente Saman Sicilia e vice presidente nazionale gruppo Saman - ci siamo ritrovati con tante amministrazioni di correnti politiche diverse strette attorno a noi dell'associazionismo, questo è uno straordinario segnale di cambiamento. Come Saman sentiamo il peso e la responsabilità di portare avanti l' eredità che Mauro che ci ha lasciato. Come dissi 30 anni fa in occasione dei suoi funerali: noi continueremo sulla strada che lui ha tracciato". Davanti la stele di contrada Lenzi si sono ritrovate Istituzioni, associazioni, cittadini e tanti studenti così come alla cerimonia laica, con performance artistico e teatrali, davanti la sua tomba al cimitero di Valderice. "Sono contento - dice Il sindaco di Valderice Francesco Stabile - di vivere questa importante giornata di memoria, in nome di Mauro Rostagno, con gli studenti perché rappresentano coloro che devono fare propri i valori della legalità, della giustizia e della libertà. Se questa iniziativa è stata condivisa da tanti sindaci del territorio vuol dire che in questi trent'anni anni qualcosa è cambiato. Questo, però, non basta perché la legalità deve essere perseguita nelle azioni che compiamo ogni giorno come amministratori e come cittadini".

Una giornata della memoria fitta di iniziative tra Trapani e Valderice: incontri, partite di calcio disputate dai giovani delle aree periferiche della città, murales, proiezioni di interviste e servizi giornalistici realizzati da Mauro Rostagno e musica. Il Comune di Trapani ha aperto palazzo Cavarretta - dove è stata calata dall'alto una gigantografia di Rostagno - per la proiezione dei telegiornali di Rtc che andavano in onda alle 14 mentre sulla facciata di Palazzo D'ali sono state proiettate immagini di Rostagno.

"Nonostante sia trascorso tanto tempo dall' uccisione per mano mafiosa di Mauro Rostagno - dice il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida - depistaggi e mascariamenti a parte, nei cuori e nella memoria di generazioni di cittadini trapanesi non è stato scalfito il riconoscimento del coraggio civile, prima ancora che giornalistico, della testimonianza e denuncia quotidiana di Mauro nei confronti della mafia e della mala politica oltre che sulle disfunzioni che negano diritti ai cittadini, opportunità alle imprese e speranze di futuro ai giovani. Simbolicamente ricordarlo anche con l'installazione video sui palazzi del "potere" politico, da palazzo Cavarretta a palazzo D'ali', significa ricordarci e mantenere viva la memoria del suo esempio". Alla memoria di Mauro Rostagno il comune di Trapani ha dedicato una targa in piazza ex Mercato del pesce mentre è stata sostituita quella affissa in una strada a lui dedicata: "via Mauro Rostagno, giornalista" è adesso diventata "via Mauro Rostagno giornalista ucciso dalla mafia" .

Intanto, il processo per il suo assassinio è ancora in corso. "Nella nostra memoria - dice Giorgio Zacco dell'associazione Ciao Mauro - c'è la fatica per aiutare a fare ripartire il processo con l’appello alle istituzioni, corredato da 10 mila firme dei cittadini. Quella fu un'azione determinante quanto meno a scuotere la coscienza civile. Adesso attendiamo le motivazioni della sentenza d’appello, poi seguirà il giudizio in Cassazione. La verità processuale non è ancora scritta sul marmo, ma i nomi dei colpevoli a questo punto interessano poco. La verità sostanziale, quella sì, è ormai assodata: Mauro informava ogni giorno i cittadini, e facendolo, spronandoli a rifiutare lo stato delle cose con la sua proverbiale ironia, leggerezza e musicalità, compiva un atto rivoluzionario, e perciò intollerabile al potere mafioso, massonico, imprenditoriale e burocratico corrotto. Lo scenario storico, del resto, è ormai chiarito nelle sentenze dei tribunali e nei libri degli studiosi ed è fatto di depistaggi, servizi segreti deviati, logge massoniche, tutto è ormai fin troppo chiaro".