Palermo

Mafia, otto arresti a Messina per la distribuzione dei farmaci

Gli otto sono gravemente indiziati di associazione di tipo mafioso, traffico di influenze illecite, estorsione e turbata libertà degli incanti: agevolavano l'attività del gruppo Romeo-Santapaola

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Carabinieri del Ros hanno arrestato 8 persone per associazione mafiosa, traffico di influenze illecite, estorsione e turbata libertà degli incanti, aggravati dall'avere agevolato il gruppo Romeo-Santapaola. Al centro dell'inchiesta 'Beta 2' la collaborazione del 'pentito' Biagio Grasso che ha ricostruito l'organizzazione del clan e gli interessi anche nel settore della gestione dei farmaci tra la Sicilia e la Calabria col progetto della creazione di un 'hub' a Milazzo.

Il gruppo, inoltre, aveva promesso 20.000 euro a titolo di acconto da corrispondere ad un funzionario della società Invitalia per ottenere l'inserimento di un progetto contro la ludopatia in una graduatoria che avrebbe dovuto consentire di ricevere un finanziamento di circa 800 mila euro, di cui il 40%-50% a fondo perduto.

Contestata anche la turbativa d'asta commessa da un dipendente dell'ufficio urbanistica del comune di Messina, nell'interesse del gruppo, alterando la gara d'acquisto di alloggi da assegnare ad abitanti delle novantacinque baracche della zona di Messina denominata "Fondo Fucile".

Il gruppo arrestato nell'operazione "Beta 2" del Ros contro la cellula catanese di Cosa nostra a Messina, aveva la capacità di incidere anche anche, secondo dal Dda Messinese, sull'espressione del voto in alcune zone della città di Messina. Emblematica, a tal fine, l'affermazione del boss Francesco Romeo, captata nel 2015: dialogando col figlio Vincenzo, commentava le vicende elettorali di uno dei destinatari dell'odierna misura cautelare che, all'epoca, si era candidato alle elezioni amministrative: "Se non era per noialtri i voti dove li prendeva nella funcia... (nel muso, ndr) 'le casette' tutti me li hanno dati i voti...".

Il Gip di Messina, accogliendo la richiesta del procuratore Maurizio De Lucia, ha disposto anche il sequestro preventivo della Bet srl, società con sede a Catania, operante nel settore dei giochi e delle scommesse.